Lo spettacolo “Guido suonava il violino” portato in scena da Elena Formantici con testo e regia di Patrizia Camatel della Casa degli Alfieri arriva approda questa sera, sabato, al Centro Civico San Fedele di via Trilussa. Inizio spettacolo alle 21, ingresso gratuito e occasione per riflettere sull’orrore della Shoah.
«E’ una delle prime iniziative di tipo culturale che abbiamo in cantiere per il Circolo – ha detto Beppe Morabito presidente del Comitato San Fedele – Non solo incontri conviviali, seppur bene accetti, ma anche momenti di riflessione e di eventi di alto profilo».
A partire dalle 17 di oggi sarà riallestita, sempre al Circolo la mostra sul ghetto ebraico ad Asti, curata dall’ex insegnante Rita De Alexandris. Si tratta di un allestimento già preparato nel 2005 con un tale successo che girò per 15 anni nelle scuole astigiane. «E’ stato emozionante recuperarla e riproporla – ha detto Rita De Alexandris – perchè la cura con la quale era stata approntata consente ancora oggi di fare breccia nei cuori delle persone di ogni età che avranno voglia di fermarsi a riflettere come quegli orrori toccarono anche molto da vicino la nostra città».
E’ composta da 10 pannelli che incoraggiano l’approfondimento della conoscenza della comunità ebraica astigiana e che, attraverso i suoi membri più illustri, ha dato alti contributi allo sviluppo civile, scientifico e culturale della città. Vi sono foto, documenti, scritti reperiti in gran parte alla biblioteca del Cepros e una tesi di laurea di Raffaello Garbrino su “Asti, il ghetto ebraico e il risanamento del quartiere alla fine dell’800”. La mostra sarà riaperta anche domani pomeriggio, domenica, dalle 15 alle 18.
Fra le storiche e preziose foto anche quella originale di Guido cui Nicoletta Fasano si è ispirata per il libro da cui è tratto lo spettacolo. Era il più piccolo deportato da Asti.
«Durante un evento in sinagoga qualche anno fa – racconta la stessa Fasano – una signora mi consegnò una sacca che conteneva un violino da bambino raccontandomi che era appartenuto al figlio di una famiglia ebrea. Di qui l’idea di mettere insieme la storia del violino con quella di Guido. Due anni fa i parenti di Guido vennero da Roma a vedere lo spettacolo. Erano cugini primi e furono molto toccati dalla storia perchè viaggiò sullo stesso convoglio di Primo Levi ed era uno di quei bambini descritti drammaticamente in “Se questo è un uomo”».