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Sammel Richard premiato
Cultura e Spettacoli
Evento

Asti International Film Festival: premiati Richard Sammel, Ottavia Piccolo e Dino Abbrescia

Conclusa l’11esima edizione. Presentati il cortometraggio di Gianni Miroglio e il film “Appunti di un venditore di donne” tratto dal romanzo di Faletti

E’ terminato con tre premiazioni, sabato scorso al Teatro Alfieri, l’undicesima edizione dell’Asti International Film Festival, svoltasi dal 14 al 18 dicembre in Sala Pastrone.
Organizzato da Sciarada Produzioni, in collaborazione con il Circolo cinematografico Vertigo – con il patrocinio di Comune di Asti, Regione Piemonte e Torino Piemonte Film Commission – ha visto 120 titoli in concorso, provenienti dall’Italia e da vari Paesi del mondo, da Cuba all’Iran.
Sul palco Riccardo Costa, direttore del festival, che ha introdotto l’evento insieme all’attore Andrea Bosca ma che, per la prima volta, non ha avuto come spalla il critico cinematografico Filippo Mazzarella, assente per motivi personali.

Il cortometraggio di Gianni Miroglio

La serata si è aperta con la presentazione e la proiezione del cortometraggio “Il tesoro nascosto” del medico astigiano Gianni Miroglio, con testo e voce della scrittrice Laura Calosso. «Protagonista – ha affermato Costa – il tartufo bianco che rende prestigioso il territorio e lo valorizza, con un omaggio anche alla Casegrotta di Mombarone».
«Il cortometraggio – ha spiegato Gianni Miroglio – nasce dall’amore per Asti che tra l’altro, secondo me, potrebbe fare di più per valorizzarsi. Un anno fa, con gli amici di sempre, ho cominciato ad ideare questo lavoro, dato che la mia passione per il cinema risale agli anni del liceo. Non essendo però un artista di professione, ho chiesto a Laura Calosso di scrivere il testo e fare da voce narrante. Insomma, ci siamo divertiti nei ritagli di lockdown e siamo onorati di essere qui».
Attore protagonista è Sandrino Romanelli, commerciante di tartufi, con la partecipazione di Valentina Verrua, Valentina La Rocca, Sofia Vicenti, Valentina Carfagna e Sofia Tinelli. «Tutto è cominciato per gioco – ha aggiunto – e sono contento di essere stato coinvolto perché penso di avere un tartufo al posto del cuore. Per me il tartufo ha una magia unica».
Da parte sua Laura Calosso ha ricordato che il corto ha la colonna sonora di Paolo Conte, concepita come dialogo tra musica e voce narrante. Un plauso è arrivato dall’assessore comunale Loretta Bologna che, tra i vari aspetti, ha sottolineato il valore del territorio astigiano dal punto di vista turistico («soddisfa tutti e cinque i sensi») e ricordato come «la cerca del tartufo sia diventata recentemente patrimonio mondiale dell’umanità».

I premi

E’ quindi seguita la prima premiazione in programma, anche se “a distanza”. Non ha potuto raggiungere il Teatro Alfieri, infatti, l’attore Dino Abbrescia (che ha preso parte a film quali “Cado dalla nubi”, “Puoi baciare lo sposo”) e ha mandato i saluti tramite videomessaggio. A lui è stato assegnato il premio “Allegria e felicità” in memoria dei gemelli astigiani Gianni e Bruno Bugnano, mancati nei mesi scorsi. «Cabarettisti amatoriali e appassionati di cinema – ha confidato Costa – mi mancano tanto. Questa è l’occasione per ricordarli».
«Mi sarebbe piaciuto partecipare anche quest’anno al festival – ha affermato Abbrescia – e ricevere di persona il premio, intitolato a persone che, a quanto mi è stato riferito, erano appassionati delle mie performance».
Sempre in tema di premiazioni è salito sul palco l’attore Richard Sammel, tedesco ma residente a Parigi, che ha preso parte a pellicole americane quali “Bastardi senza gloria”, “Casino Royale”, “Appartamento ad Atene” oltre a “The strain”, serie televisiva Netflix. A lui è stato assegnato il Premio Città di Asti. «Questo festival – ha detto in italiano, lingua che parla in modo fluente – è stata una sorpresa fantastica, una porta aperta verso creazioni internazionali di diverso genere, che dimostrano come il mondo condivida gli stessi problemi. Penso che questo festival porti prestigio alla vostra città perché tutti coloro che hanno partecipato torneranno a casa parlando molto bene dell’evento e dei luoghi che hanno conosciuto».
Il Premio alla carriera solitamente assegnato nel corso del festival è invece andato quest’anno alla nota attrice Ottavia Piccolo che, negli anni, ha vinto il Premio Miglior attrice a Cannes nel 1970 per “Metello” di Mauro Bolognini e il Nastro d’argento per “La famiglia” di Ettore Scola nel 1987.
«Conosco questo teatro – ha ricordato l’attrice quando è salita sul palco – e spero di tornarvi anche in occasione di uno spettacolo, oltre che per il festival. Evento che ritengo un modo per far conoscere il lavoro degli artisti e raccontare il mondo, essendo di respiro internazionale».

Presentato “Appunti di un venditore di donne”

A concludere la serata la presentazione – e proiezione – del film “Appunti di un venditore di donne”, uscito lo scorso giugno su Sky, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Faletti. «Giorgio è uno degli autori più venduti, tanto che dopo “Il nome della rosa” di Umberto Eco c’è il suo romanzo “Io uccido”, di cui ha i diritti Aurelio De Laurentiis. Per quanto riguarda “Appunti di un venditore di donne” il produttore che ha proposto il progetto che mi convinceva di più è Luca Barbareschi (Eliseo Film), che poi lo ha realizzato. Il film era pronto ad uscire nel novembre 2020, quando Giorgio avrebbe compiuto 70 anni, ma tutto è saltato a causa della pandemia. Sky si è quindi fatta avanti per portarlo in televisione e così è stato. Tra l’altro è stato il titolo più scelto on demand tra giugno e luglio. In conclusione posso dire che per me, in qualità di supervisore della sceneggiatura, è stata un’esperienza emotivamente molto forte, perché sul set ho trovato una bellissima atmosfera, dato che mi è stato manifestato da tutti un grande affetto nei confronti di Giorgio».
L’Asti international film festival si avvale di diversi partner: Biblioteca Astense, hotel Aleramo, Albergo Etico, ristoranti Tacabanda e Il Podestà, enoteca La Buta, Cpia Asti, Asti Pride, Schermi di carta, Fridays for future, associazione culturale La città del sole. Sponsor: Reale Mutua e Gino Mercedes SpA concessionaria Volvo.

Tutti i titoli premiati

Oltre 120 le opere in concorso all’undicesima edizione dell’Asti International Film Festival, suddivise in sei sezioni. Ecco i vincitori.
Documentari
Asti doc international: “My israeli friend” di Hermann Weiskopf (giovani), “Vandal Graffiti” di Hardi Jules (pubblico), Pam Percy per “Finding Loren” (regia), “Babylon” di Jessica Gould (miglior film), “Squatter’s realm” di Adrian Schwartz (menzione).
Asti doc Italia: “Good times for a change” di Paola Comoglio (Premio Asti Pride), “Lo sguardo su Venezia” di Simone Marcelli (menzione per la fotografia); “La vera storia della partita a nascondino più grande del mondo” di Davide Morando (giovani); “Siete mil” di Francesco Semprini (pubblico), Marco Piantoni per “L’asino che vola” (miglior regia); “Il caso Braibanti” di Carmen Giardina (miglior film).
Cortometraggi
Asti short international: “Glaistig” di Abbey Spacil (Asti donna); “Alone together” di Aglaja Filipovic (menzione), “Totem” di Luca Tartaglia (Asti noir); “La inmortalidad de las letras” di Nei Loya (Schermi di carta); “Your mother doesn’t have to know this” di Mihai Mihaescu (pubblico); “The shadow covered by roach” di Mega Lee (giovani), l’attrice Atefe Pakbaznia per “Do Solopin” di Javad Atefeh e Jonina Margret Bergmann per “Ran”; l’attore Ivan Hidalgo per “Las inmortalidad de las letras” e Mahmud Abu-Jazi per “A dead sea”; Otto Banovits per “Stifled” (regia); “A dead sea” di Nahd Bashier (film).
Asti short Italia: “Mi chiamavo Eva” di Miriam Previati (Asti è donna); “Tob.ia” di Emanuele Sana (menzione); Federico Trento e Chiara Troisi (menzione Talenti del territorio); “Bar nazionale” di Mattia Capone e Alessandro Garelli (Asti noir); “Quando l’universo avrà fine” di E. Piglionica (miglior sceneggiatura); “Il fabbricante di scintille” di Valerio Marcozzi (pubblico); “Quando l’universo avrà fine” (giovani); l’attrice Erica del Bianco per “Una tradizione di famiglia” di G. Cardaci; l’attore Giovanni Esposito per “Le buone maniere di Valerio Vestoso”; Stefano Pesce per “Tre visi” (regia); “Dorothy non deve morire” di Andrea Simonetti (film).
Film
Più bella cosa international: “La machetera” di Yanet Pavon Bernal (giovani); “Verona” di Ane Siderman (pubblico); l’attrice Farukh Jaffer per “Mehrunisa” di Sandeep Kumar; l’attore Marat Alyshpaev per “The Road to Eden” di Muku e Zapar Uulu; Sophie Guillemin per “Sans toi” (regia); “Long day” di Yumo Luo (film).
Più bella cosa Italia: “Tutti per Uma” di Susy Laude (giovani); “L’afide e la formica” di Mario Vitale (pubblico); l’attrice Lydia Liberman per “Maternal”; l’attore Franco Oppini per “Come Niente” di Davide Como; Alessandro Grande per “Regina” (regia); “Paradise” di Davide Del Degan (film).
Sono poi stati assegnati il premio “Forever Young” a Nicolò Amos Varlotta; il premio Reale Mutua a “Slow” di Giovanni Boscolo e il premio Sala Pastrone a Fabrizio Rizzolo.

Le parole di Riccardo Costa

Soddisfatto per la qualità delle opere in concorso il direttore Riccardo Costa, secondo cui «è stato raggiunto un livello che sarà complicato mantenere nel corso delle prossime edizioni». Un risultato che condivide con lo staff che ha collaborato con lui, formato, tra gli altri, da Fabio Condemi, Alessandro Guarino, Davide Bertolio, Roberto Bianco, Valentina De Michele e Beatrice Bernini.

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