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La storia

Asti, la magia del Microcircò che rimette i bimbi in sella ai cavallini di latta

Rodolfo e Carla portano sulle piazze delle fiere gli antichi giorni dei Luna Park Anni Cinquanta. E riscuotono successo

Lo sapevate che ad Asti vivono i protagonisti del circo più piccolo del mondo? Così piccolo che l’associazione che tutela le arti circensi non ha voluto neppure concedere l’autorizzazione a chiamarsi circo tanto da spingere Rodolfo e Carla ad aggiungere un accento sulla “o” e trasformarsi in “microcircò” per poter continuare a lavorare.
Una storia bella, lunga ed intensa per la quale non basterebbe tutto il giornale. Chi la volesse conoscere può cercare il libro “Microcircò” in cui Annamaria Cielo la racconta .

Lui è Rodolfo Ferraris, ex campione di pattinaggio a rotelle, lei è Carla Acquarone, maestra elementare. Si incontrano, si innamorano e scoprono di avere un talento naturale per far sorridere grandi e piccini.
Decidono di girare con il loro piccolissimo circo per presentare numeri di clowneria e nel 1986 inizia la loro straordinaria avventura.
Rimanendo fedeli alla loro idea di circo formato famiglia. Anche quando nascono i loro figli, che diventeranno tutti circensi.
La primogenita, Olivia, è nota in città per aver fondato con Milo la Scuola di circo Chapitombolo.
I loro sono spettacoli che affondano direttamente nelle tecniche del teatro di figura e solo con l’arrivo dei figli introdurranno anche spettacoli di acrobazia.
L’unico animale della compagnia è il cagnolino di casa e, per un periodo, anche una gallina scampata ad una strage di volpi.
«Il nostro è sempre stato un “circo di sussistenza” – racconta Carla – e per noi ha rappresentato la massima libertà di espressione artistica. Pubblico e stampa ci hanno sempre sostenuto e amato. Meno le istituzioni e le associazioni di categoria».
Una libertà che si è sposata alla poesia e al romanticismo dei ricordi con una scelta che negli ultimi anni porta in giro per piazze e fiere di nuovo Rodolfo e Carla soli, come agli inizi, ora che i figli sono grandi.
«Abbiamo capito cosa mancava sulle piazze: l’emozione dei giochi del vecchio Luna Park degli Anni Cinquanta – racconta ancora Carla – Con Rodolfo abbiamo ripristinato la pesca delle ochette, il tiro ai barattoli, il lancio degli anelli, le bolle di sapone giganti. E poi le nostre “chicche”: una giostrina storica a 4 posti con una Vespa d’epoca e il gioco più amato, i cavallini a pedali realizzati da tricicli originari degli Anni Cinquanta».
Un salto nella memoria che, ancora una volta, ha consentito a Rodolfo e Carla di intercettare i sentimenti più profondi del loro pubblico. «Ai nostri giochi non si vincono premi perchè il premio più bello è la soddisfazione di avercela fatta dopo essersi cimentati in sfide manuali sempre più rare in quest’epoca tecnologica».
E quei giochi in legno e latta, qualcuno pezzo originale di antichità, altri realizzati a mano da Rodolfo, sanno conquistarsi il rispetto dei bambini, che hanno spesso paura di romperli.
Il prossimo obiettivo di Rodolfo è di dare nuova vita ad un vecchio furgone 615 Fiat camperizzato dalla ditta Andreis di Cuneo. Un pezzo di antiquariato recuperato dalle acque della piena del Tanaro del 1994 e che necessita di essere restaurato e rimesso a posto. «Cerchiamo qualche amatore, sostenitore o sponsor per restaurarlo e portarlo con noi nelle fiere» è l’appello di Carla.

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