Cerca
Close this search box.
Astimusica chiude col botto insieme a Renzo Arbore
Cultura e Spettacoli

Astimusica chiude col botto insieme a Renzo Arbore

Il cantante ha colto nel segno. Dove non sono riusciti gli altri è riuscito lui. Ieri sera, piazza Cattedrale era stracolma di gente, cosa che quest’anno non si era mai verificato, neppure con Al Bano, l’altro Big del cartellone

Renzo Arbore ha colto nel segno. Dove non sono riusciti gli altri è riuscito lui. Ieri sera, piazza Cattedrale era stracolma di gente, cosa che quest’anno non si era mai verificato, neppure con Al Bano, l’altro Big del cartellone. Arbore è salito sul palco tra la ventina di musicisti dell’Orchestra Italiana, salutando il pubblico a braccia alzate. Un grande boato lo ha accolto. Era l’inizio di un rapporto stretto tra l’artista e il pubblico che è proseguito per tutto il concerto fino a quando astigiani e “infiltrati” hanno addirittura cantato un’intera canzone accompagnati dall’orchestra. Insomma, una serata a doppio senso, dove Arbore è piaciuto più come intrattenitore che come cantante. Non che l’aspetto vocale sia mancato alla serata, ma quando si trattava di tirare fuori la voce aveva a disposizione due o tre cantanti di tutto rispetto, che sapevano volteggiare a dovere. Lui sussurrava, interpretava, addolciva, parlava.

In orchestra molte percussioni a rendere vivace il ritmo e poi il colore dei mandolini a cui non siamo più avvezzi, rendevano ancor più mediterranea l’atmosfera. Il repertorio, del resto, lo richiedeva: canzoni napoletane popolari, che sanno infondere nell’animo quel sapore di allegria e di festa. Sì, perché ieri piazza Cattedrale sembrava una vera e propria festa popolare, un villaggio turistico con tanta voglia di divertirsi e di dimenticare per qualche ora i problemi.

Gli omaggi ai grandi dello spettacolo non sono mancati. L’indimenticato Totò, Carosone , Murolo, Modugno hanno percorso il palcoscenico in lungo e in largo, facendo rivivere un’epoca ormai lontana. E poi le sue battute, gli aneddoti che hanno ricordato i tempi migliori di Pazzaglia e di De Crescenzo, proprio lui, l’uomo che ha “anticipato “ la vecchiaia.

Verso mezzanotte, al termine di un brano, il pubblico si è alzato in piedi pensando che il concerto fosse terminato. Ma Arbore ha prontamente detto: “state seduti, non è necessario. Noi abbiamo intenzione di fare diversi bis”. E così è stato. Nel finale hanno realmente “bruciato il castello”. Tutte le sigle delle più famose trasmissioni televisive di Arbore una dopo l’altra, inanellate come le perle di una collana. Cacao Meravigliao, Il materasso, Vengo dopo il tg, Ma la notte no, Sì la vita è tutta un quiz. E intanto il protagonista ha lasciato il palco dileguandosi tra i suoi musicisti impegnati nella performance finale.

Flavio Duretto

Nel numero in edicola venerdì pubblicheremo l’intervista rilasciata da Arbore a La nuova provincia

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale
Precedente
Successivo