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cenci Athina 2022
Cultura e Spettacoli
Intervista

Athina Cenci: «Così mi sono rimessa in gioco»

L’attrice parla di carriera e progetti futuri, ricordando la forza di volontà per superare le gravi conseguenze dell’aneurisma cerebrale che l’ha colpita nel 2001

«Nel 2001 sono stata colpita da un aneurisma cerebrale che mi ha causato la perdita dell’uso della parola per diverso tempo. Una sofferenza terribile per un’attrice come me. Fortunatamente, però, sono riuscita a superare questa situazione».
Così Athina Cenci parla di sè e della sua carriera nell’intervista che ci ha rilasciato a pochi giorni dalla visita al Museo Guglielminetti – dove si snoda l’itinerario di sculture e scenografie realizzate dal Maestro Eugenio Guglielminetti dagli anni ‘50 al 2006 – in cui ha potuto ammirare il modellino relativo ad uno spettacolo che l’ha vista protagonista nel 1982, “Corto Maltese” di Ugo Pratt.
Nei giorni scorsi ha fatto visita al Museo Guglielminetti durante alcuni giorni nell’Astigiano. Da quando e perché frequenta il nostro territorio?
Da quando conosco Paolo (Bernardi, scenografo astigiano e Maestro del Palio 2019, ndr) vengo in campagna da lui, nei pressi di Castello di Annone, per trascorrere momenti di tranquillità tra la natura, i fiori e, se è stagione, i tartufi. In queste occasioni amo passeggiare in città, visitare le chiese e i musei di Asti e dintorni.
Recentemente è stata impegnata con il film “Dio è in pausa pranzo” di Michele Coppini, attualmente nelle sale e dal 17 giugno in catalogo sulla piattaforma Prime Video. Un ritorno dopo tanti anni di inattività a causa dell’aneurisma cerebrale che l’ha colpita 20 anni fa e che ha provocato la perdita dell’uso della parola. Quale ruolo interpreta?
Un piccolo cammeo. Interpreto un Ministro della Sanità in piena pandemia, può immaginare con quale spirito…
Ricordo molto bene l’emozione sul set, a partire dalla sera prima del giorno delle riprese. Ho telefonato agitata al regista Michele Coppini, avevo l’ansia da prestazione. Probabilmente il fatto di rimettermi in gioco dopo molti anni mi faceva sentire quasi come un’esordiente. Lui mi ha tranquillizzata dicendomi: “E io che dovrei dire Athina, che domani dovrò dirigere l’attrice che seguo da quando sono bambino, che ha lavorato con grandi registi e vinto prestigiosi premi cinematografici?”.
Prima di entrare nel cast di questo film ha avuto altri impegni professionali?
Dal 2001, da quando ho avuto l’aneurisma, mi sono fermata per diversi anni. Poi, nel 2015 al Teatro di Tuglie (Lecce), sono stata protagonista di letture tratte da “La voce umana” di Cocteau, e successivamente di poesie di Ada Merini, Pier Paolo Pasolini e Anna Andreevna Achmatova.
Sarà stato terribile vivere le conseguenze dell’aneurisma… Come ne è uscita?
Per un’attrice come me essere improvvisamente impossibilitati a parlare è stata una sofferenza, oltre che un sacrificio, enorme.
L’incontro con il professor Perfetti e la sua logopedista Anna Maria Boniver, tuttavia, mi hanno dato la forza e la sicurezza di poter migliorare il mio stato di salute e superare gli ostacoli. Pian piano ho capito che potevo farcela e con grande forza di volontà sono riuscita a migliorare.

Il ricordo dei Giancattivi

È ancora in contatto con i componenti dei Giancattivi, con cui ha esordito nel mondo dello spettacolo? Per esempio, con Francesco Nuti e Alessandro Benvenuti?
Sì, ho rivisto Francesco in ospedale. Ho provato tanta emozione e tenerezza e riflettuto su quanto la vita possa cambiare radicalmente in un attimo. Alessandro, che è molto impegnato, si fa sentire ogni tanto.
Tra i membri della formazione anche l’astigiano Antonio Catalano, che ha rivisto in occasione della Douja d’Or lo scorso settembre. Vi eravate sentiti in tutti questi anni?
Sì, ogni tanto ci sentiamo e ricordiamo alcuni momenti vissuti come trio.

Tra passato e progetti futuri

Quali sono i ricordi più belli degli anni Ottanta e Novanta, quando era all’apice del successo?
Ho un bellissimo ricordo con i Giancattivi legato al film “A Ovest di Paperino”, una pellicola straordinaria che per me ha significato anche l’importante incontro con lo sceneggiatore Ugo Chiti. Ricordo con emozione anche “Zitti e Mosca”, che mi ha consentito di interpretare una parte drammatica con la grande Alida Valli, di cui nel film vestivo i panni della figlia.
Un momento significativo della mia carriera, poi, è stato quello che ha visto la presenza di Mario Monicelli per “Speriamo che sia femmina”. Il grande Maestro – nell’ambito di un film che riuniva un cast eccezionale – ha saputo dirigermi in un personaggio molto singolare che mi ha consentito di vincere un David di Donatello.
E ancora, sono stati fondamentali l’incontro con Ettore Scola per la pellicola “La famiglia” e l’esperienza in “Compagni di scuola” di Carlo Verdone, grazie al quale ho vinto il secondo David di Donatello.
Per quanto riguarda la televisione, “Non stop” è stato il trampolino di lancio, cui sono seguiti “Emilio” e “Cielito Lindo” con Claudio Bisio: programmi che riunivano i più grandi comici del momento.
Quali sono i progetti professionali futuri?
Ci sono idee nell’aria. Per ora, comunque, mi dedico allo studio e alle letture di poesie e libri. Poi vedrò.

La pandemia

Come ha vissuto la pandemia?
Durante le fasi più acute dell’emergenza sanitaria mi sono ritirata in campagna con Paolo. Mi sono vaccinata anche con la terza dose, mossa da grande consapevolezza e responsabilità, e ancora non “abbasso la guardia” e uso la mascherina. Comunque mi auguro che finisca al più presto questa terribile guerra che ha cambiato il nostro modo di considerare il mondo, facendoci capire quanto siamo fragili e impotenti.

LA SCHEDA
La carriera di Athina Cenci tra cinema, televisione e teatro

Nata in Grecia ma toscana d’adozione, Athina Cenci ha raggiunto la celebrità nazionale con il trio Giancattivi – al fianco di Alessandro Benvenuti e Francesco Nuti – nell’ambito della trasmissione Rai “Non stop” alla fine degli anni Settanta. L’esordio al cinema è avvenuto nel 1982 sotto la direzione dello stesso Benvenuti in “Ad ovest di Paperino”. Dopo lo scioglimento dei Giancattivi ha lavorato con grande successo al cinema per tutti gli anni Ottanta. Le sue due prove cinematografiche più mature sono state senz’altro “Speriamo che sia femmina” (1986), per la regia di Mario Monicelli, e “Compagni di scuola” (1988) di Carlo Verdone. L’interpretazione di queste pellicole le è valsa, in entrambi i casi, l’assegnazione del David di Donatello quale miglior attrice non protagonista. L’attività cinematografica (e televisiva) di Athina Cenci è proseguita anche negli anni Novanta. Per quanto riguarda il piccolo schermo ha condotto con ottimi riscontri alcuni varietà televisivi, come “Emilio” su Italia 1, nella stagione 1989-1990, affiancata da Zuzzurro e Gaspare.
Degna di nota anche la sua presenza sulle scene teatrali.
Nel settembre 2001 è stata colpita da un’emorragia cerebrale, a causa della quale è stata costretta ad abbandonare l’attività artistica per molti anni.

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