«L’aspetto che mi ha colpito maggiormente è stato sentire nuovamente parlare di Astimusica in città, peraltro come di un grande evento».
A parlare è l’assessore comunale alla Cultura Paride Candelaresi, principale artefice dello spostamento del festival da piazza Cattedrale a piazza Alfieri, in cui ha sempre creduto anche quando molti – tra amministratori e addetti ai lavori – nutrivano dubbi.
Il festival, con la direzione artistica di Massimo Cotto, è stato organizzato dal Comune grazie al sostegno degli sponsor (Banca di Asti, Asp, Iren, Massucco Noleggi, Centro servizi Liuzzi, Spazio4, Alfaform) – cui si è aggiunto il contributo della Fondazione CrAsti – e alle due realtà che hanno investito nelle sei serate: Politeama srl e Audere srl.
Terminato mercoledì scorso, ha compreso sei serate – che hanno visto salire sul palco Max Angioni, Gigi D’Alessio, Renga e Nek, Mr. Rain, Francesco De Gregori e VillaBanks – cui hanno preso parte circa 14mila spettatori, “trainate” da De Gregori (4mila biglietti venduti) e D’Alessio (3.200).
Il festival
Assessore, scommessa vinta?
Assolutamente sì. La città ha risposto benissimo alle novità del festival – dal cambio di location alla durata inferiore, peraltro composta solo da eventi a pagamento – e agli occhi delle agenzie ha fatto una bellissima figura. Basti pensare che De Gregori, Mr. Rain, Renga e Nek hanno raggiunto il numero massimo di biglietti venduti a serata nell’ambito dei rispettivi tour estivi. Tutti gli staff, poi, ci hanno fatto i complimenti per la suggestiva cornice rappresentata dalla piazza, contornata dagli alberi, con i portici illuminati e la statua di Vittorio Alfieri rivolta verso il palco, resa ancora più poetica dall’illuminazione della luna che, nella serata di De Gregori, faceva capolino come in una cartolina.
Ritiene che la collocazione del festival nella piazza centrale della città abbia avuto altri effetti positivi?
Sì, ha “acceso” le serate del centro. Basti pensare che, soprattutto il sabato sera, le vie del centro città erano talmente affollate che sembrava fosse stata organizzata una Notte bianca. A contribuire anche la nuova campagna promozionale che abbiamo lanciato sui social, soprattutto Facebook e Instagram, entrando nelle case di tutti gli astigiani, grazie anche al fatto che il cartellone comprendeva artisti che si rivolgevano a pubblici differenti, dai giovanissimi alla fascia più matura.
Correzioni e idee per il futuro
Aspetti da migliorare?
Ho notato alcune situazioni a livello organizzativo e logistico. Innanzitutto dobbiamo cercare di ridurre il periodo di chiusura della piazza prima e dopo il festival – per evitare disagi a livello di viabilità, parcheggi e negozi – e aprire un terzo varco di ingresso degli spettatori in corrispondenza dei Portici Rossi. In questo modo si riuscirebbero ad accelerare le operazioni di ingresso nelle serate a più alta affluenza, soprattutto quando gli spettatori arrivano tutti nella stessa fascia oraria, anche perché il varco di via dell’Ospedale è stato poco utilizzato.
Infine mi farò carico presso i promoter di aumentare il numero del personale all’interno della piazza per aiutare le persone ad accomodarsi in occasione dei concerti con posti a sedere.
In effetti non era molto facile individuare il proprio posto…
No, infatti. Per questo ho già pensato che i vari “blocchi” in cui sono suddivise le sedie potrebbero essere facilmente individuabili in base alla tonalità, dato che già quest’anno erano di tre colori – bianco, rosso e verde – in omaggio alla squadra dell’Italia nel caso in cui avesse vinto gli Europei di calcio.
Già al lavoro per la prossima edizione, quindi?
Sì, perché dobbiamo sfruttare “l’onda di attenzione” da parte degli addetti ai lavori. Astimusica 2025 prevederà sempre 6 o 7 artisti di alto livello sul palco di piazza Alfieri, che ricordo avere potenzialità ulteriori. Quest’anno, come “battesimo”, l’abbiamo utilizzata a metà della sue possibilità (fino a 4.999 posti), ma dal prossimo anno potremmo decidere di aprirla interamente, accogliendo fino a 10 mila spettatori. Regalando così alla città un cartellone ancora più ambizioso.