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Cultura e Spettacoli
Fresco di stampa

Canelli, sesso e morte nel “Romanzo delle tre righe” senza tempo e senza luogo

Alle stampe (e in forma digitale) il libro del giornalista Filippo Larganà. Un libro che si legge tutto d’un fiato

Nei vari incipit di tre righe (di qui il titolo del romanzo) il lettore non troverà una importante avvertenza: attenzione, appena iniziato non potrete più lasciarlo e dunque prendetevi subito il tempo per leggerlo fino in fondo.
Godibilissimo il libro che Filippo Larganà, giornalista di Canelli, ha pubblicato da poco sia in formato digitale che in forma cartacea. Una pubblicazione indipendente per il suo primo romanzo che alza subito di tantissimo l’asticella della sua cifra.
Il romanzo delle Tre Righe è ambientato in un luogo e in un tempo indefiniti: potrebbe collocarsi ad inizio Novecento in un paese del Sud Italia, ma sono pochissimi gli indizi a suffragio di questa intuizione.
Perchè in questo libro ciò che conta sono i personaggi, descritti con maestria in una carrellata lunga tutto il romanzo.
Un personaggio per ogni pagina, fino alle ultime tre in cui si consuma quel presagio di morte nel quale si sveglia un intero paese senza sapere esattamente chi colpirà.
Un libro sospeso. Non nell’accezione del libro regalato, ma in quella di dimensione indefinita che consente al lettore di concentrarsi sulla originalità e straordinarietà di chi lo anima.
Fra i commenti dei primi lettori ci sono quelli che lo accomunano allo stile di Marquez ma anche rimanendo in Italia si trovano molte affinità con lo scrittore Andrea Vitali, fedele erede di Piero Chiara.
Perchè solo chi ama e conosce bene l’atmosfera di provincia può dare vita al tratteggio di personaggi così singolari.
A partire dai loro nomi: Ataùlfo, Amalia Leonarda, Wilmo, Uranteo, Guendolino, Fermino, Salvatrice, Terenzio, Malvino, Donna Prassede e 24 e 28 (sì, avete letto bene, due gemelli africani che la donna presso la quale vivono ha ribattezzato con due numeri).
Tutti hanno due nomi e un cognome e tutti, apparentemente, sono distanti gli uni dagli altri. Si reincontreranno solo nelle ultime tre pagine del romanzo per un finale inaspettato.
Peccato non poter rivelare i segreti dei personaggi, perchè ognuno di loro ha una forte attrattiva sul lettore, ma l’autore perdonerà lo svelamento di due di loro con i mestieri più “strani”.
Il primo è l’uomo che per guadagnarsi da vivere fotografa cadaveri. Niente pruderie o devianze; solo l’immortalare il passaggio dalla vita alla morte delle persone che vogliono serbare anche questo ricordo dei loro cari, oppure a servizio delle forze dell’ordine.
L’altra è Violeta, la “donna nera” del libro che si guadagna da vivere come “spazzina della morte”. Lei è quella che viene chiamata quando è necessario porre fine alla tribolata vita di qualcuno che soffre troppo per continuarla.
L’eutanasia arriva attraverso un colpo secco inferto dalla donna sul capo di persone vecchissime che sembrano dimenticate dalla morte o su quello di persone malatissime che vogliono porre fine alla sofferenza o ancora su bambini nati con gravi disabilità. Un ruolo sociale raccapricciante, ovviamente non codificato da alcuna legge o regolamento ma accettato con naturalezza e serenità da tutti. Lei per prima.
Morte e sesso si incrociano continuamente nelle storie private dei personaggi descritti da Larganà: pulsioni giovanili, altre clericali, tradimenti di bottegai, relazioni omosessuali, violenze infantili, pratiche sadomaso, incesto e perfino le antesignane delle drag queen. Di ogni protagonista, l’autore svela i suoi segreti più intimi senza però urtare la sensibilità del lettore perchè, alla fine, descrive semplicemente la vita reale. Quella di oggi e di sempre, con il merito di dare una lezione di umiltà a chi crede, nell’ambito sessuale, di aver scoperto solo ora comportamenti e frequentazioni poco convenzionali.
Larganà questo romanzo lo ha scritto in circa 2 anni, terminandolo a ridosso della pandemia e riprendendolo per limarlo e per renderlo più elegante rispetto alla sua prima stesura.
Chi lo segue su Facebook ha avuto modo di assaggiare qualche “anteprima” grazie ad alcuni stralci di brani pubblicati sul social ma nulla in confronto al lavoro finale la cui lettura è semplicemente divertente e accattivante.
Il libro è dedicato alla moglie Laura Molinari che è anche l’autrice delle foto scelte per le due copertine diverse: quella del libro in digitale (che si può avere richiedendolo direttamente all’autore tramite mail filippo.largana@libero.it) e quella del libro cartaceo che da qualche giorno è disponibile sulla piattaforma Amazon.

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