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Cultura e Spettacoli
Intervista

Carlotta Gamba: «Lavorare con Marco Bellocchio è un regalo»

L’attrice astigiana, vincitrice del premio “David Rivelazioni italiane” dedicato a giovani emergenti, sta girando una serie televisiva su Enzo Tortora

Importante riconoscimento per l’attrice Carlotta Gamba, 27 anni. Originaria di Asti, da anni residente a Roma, si è diplomata all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico, al termine della quale ha cominciato a farsi notare in film e serie televisive. Recentemente ha saputo di aver vinto il premio “David rivelazioni italiane – Italian rising stars”, dedicato agli attori emergenti.
Carlotta, ci parli di questo riconoscimento…
Giunto alla seconda edizione, è assegnato dall’Accademia del cinema italiano come il David di Donatello, ma declinato per i giovani che si stanno approcciando a questo lavoro.
L’annuncio è già stato dato, mentre la premiazione avverrà durante la sera dell’assegnazione del David.
Per me è una grande soddisfazione. Sono molto onorata perché ho sempre ammirato gli attori vincitori del riconoscimento principale, molto ambito in Italia. Inoltre sono contenta che sia un premio collettivo, condiviso con altri attori e attrici (Celeste Dalla Porta,Tecla Insolia, Federico Cesari, Matteo Oscar Giuggioli ed Emanuele Palumbo) con cui non c’è alcuna rivalità. Trovo molto bello questi significato perché, alla fine, il cinema è un atto collettivo, proprio come il “David rivelazioni”.
Conosce gli altri vincitori?
Conosco molto bene Tecla Insolia, una mia cara amica, e Federico Cesari, che con Tecla fa parte della mia stessa agenzia, guidata da Gianni Chiffi. Una persona che sa ascoltare e fa percepire il senso della squadra in un campo che non è semplice. Per questo ringrazio anche lui che ha fatto un ottimo lavoro con noi.
Per quanto riguarda, invece, gli altri vincitori, li conosco a livello professionale, ma non personale.
Il giorno successivo all’annuncio è stata ospite dal festival “Sottodiciotto” di Torino…
Sì, un festival riservato a film di esordienti. Tra i titoli in concorso c’erano “Gloria” di Margherita Vicario e “L’albero” di Sara Petralia, in cui ho lavorato insieme a Tecla Insolia.
“Gloria”, nello specifico, è stato premiato come miglior film esordiente di quest’anno. In questo caso interpreto una ragazza che vive in un orfanotrofio a Venezia nell’Ottocento. Io sono il primo violino dell’orchestra della struttura, composta da un gruppo di amiche che, dopo aver scoperto un pianoforte (invenzione della regista, dato che allora non esisteva), decidono di scappare dall’orfanotrofio. Il film è uscito lo scorso aprile e sta circuitando nei festival di tutto il mondo, a partire dalla Berlinale.
“L’albero”, invece, è l’opera prima di Sara Petralia che uscirà il prossimo anno. La protagonista è Tecla Insolia, mentre io ricopro il ruolo di co-protagonista. Il film racconta la storia di due amiche tossicodipendenti, la storia di amore un po’ tossico tra loro due e con la cocaina, droga di cui abusano. Il film, che ritrae uno spaccato della vita romana al giorno d’oggi, è stato presentato al Festival del cinema di Roma.

I progetti del 2024

Altri progetti che l’hanno coinvolta nel 2024?
Sono stata in concorso a Venezia con “Vermiglio”, che potrebbe essere tra i film che rappresenteranno l’Italia agli Oscar. Diretto da Maura Del Pero, è ambientato in un paese in montagna, Vermiglio appunto, durante la seconda guerra mondiale e si rifà alla storia del padre della regista. Io interpreto “la matta” del villaggio, in quanto sono una ragazza ribelle che non capisce bene le regole di allora e si prende più spazio nella vita.
Inoltre ho preso parte alla miniserie televisiva “Dostoevskij” dei fratelli D’Innocenzo, disponibile su Sky dallo scorso 27 novembre per un totale di sei episodi. In questo caso vesto i panni di Ambra, la figlia del protagonista (Filippo Timi), una ragazza abbadonata dal padre che nella vita ha avuto una deriva tragica. E’, infatti, una tossicodipendente che non ha molto rispetto del suo corpo e della sua vita.
Qual è il ruolo più difficile che ha interpretato finora?
Il più complesso e il più profondo, a livello emotivo e fisico, è stato quello che mi ha impegnata in “Dostoevskij”. Un personaggio costruito a 360 gradi, per il quale ho perso dei chili e tagliato i capelli. Le riprese sono durate sei mesi e hanno rappresentato un’esperienza molto importante per la mia formazione.

Il programma per l’anno appena cominciato

Progetti per il 2025?
Sto facendo provini e leggendo scene. Inoltre sto girando qui a Roma una serie diretta da Marco Bellocchio su Enzo Tortora, in cui interpreto Silvia, la figlia del protagonista. Lavorare con Marco Bellocchio è un regalo, per cui sono onorata di far parte del cast, in cui il protagonosta, che interpreta Enzo Tortora, è il noto attore Fabrizio Gifuni.
Nella precedente intervista aveva anche parlato della compagnia teatrale “Banda laterale”, che ha fondato con i colleghi Adele Cammarata e Diego Parlanti…
In questi anni ci siamo persi perché impegnati in progetti televisivi e cinematografici, ma speriamo di incontrarci perché la voglia di teatro rimane.

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