I professori Giovanni Casalegno, docente di Lettere e Romeo Siciliani, docente di laboratorio meccanico, entrambi in servizio all’Istituto Andriano di Castelnuovo Don Bosco, si sono aggiudicati il primo premio in due sezioni del premio letterario nazionale Piccoli Comuni d’Italia indetto dall’ANPCI (Associazione nazionale piccoli comuni italiani).
Quello di Casalegno “Un paese di vuole” è stato il miglior racconto lungo mentre “Romeno va all’Andriano”, di Siciliani, è stato il migliore della sezione “Racconto breve”.
Giovanni Casalegno ha al suo attivo una quindicina di volumi tra romanzi, racconti, dizionari e testi enogastronomici (il più recente è Il Paradiso delle biciclette). Il suo racconto dal titolo pavesiano Un paese ci vuole è dedicato a Moncucco, dove vive da sempre. La sua storia non è direttamente autobiografica: si narra del ritorno di un personaggio femminile che riflette sui motivi che l’hanno spinta a tornare da dove era scappata molti anni prima per inseguire altri orizzonti. Tra i vari motivi c’è per ultimo quello di riportare l’unico oggetto che aveva portato con sé al momento della sua partenza: una foglia che si era posata sul libro che stava leggendo e che comincia a parlare. È la foglia a raccontare il paese, le vite passate e presenti, le case, i cortili, la piccola storia che si intreccia con quella grande e il vento che trascina la foglia è il tempo che scorre e che soltanto la scrittura tenta di trattenere.
Romeo Siciliani invece ha scoperto da poco la vocazione letteraria. Da sempre amante della lettura, si è dedicato anche alla scrittura, raccontando storie legate alle sue origini e alla sua vicenda personale. Ha vinto nel 2022 il Concorso “Scrivere altrove”, indetto dalla Fondazione Nuto Revelli. Il racconto Romeo va all’Andriano è ambientato nel comune dove si è trasferito 35 anni fa e dove tuttora lavora: Castelnuovo Don Bosco . Il suo racconto narra la sua piccola grande odissea, dal suo paese affacciato sul Tirreno Cosentino alle colline del Monferrato. Descrive le emozioni e i luoghi di un giovane che si trova catapultato in un paesino dal Nord, così diverso dall’idea del Nord industrializzato e dominate dalle fabbriche. Nel racconto il giovane supplente attraversa con una corriera d’altri tempi paesi dai nomi esotici, colline, boschi e vigneti, per giungere ad una scuola in cima al paese, nella quale ancora oggi lavora, anche se la scuola non è più lassù.
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 23 Settembre 2023 presso i locali della Confraternita di San Sebastiano a Cardè (CN) alle 10. Questo evento è parte integrante del Programma della XXIII Assemblea Nazionale e XVIII Festa Nazionale dell’ANPCI.
Qui un estratto del racconto breve del professor Siciliano.
«La campagna la fa da padrona subito dopo un paese chiamato Cossombrato. A destra e a sinistra si ergono barriere di granoturco di un verde intenso e penso che in Calabria il granoturco lo abbiamo già raccolto a luglio. Ogni tanto incrociamo un trattore che sbuca da improbabili stradine sterrate tra i vari appezzamenti e rimango stupito nel vedere qualche vecchietta a cavallo di biciclette così antiche che ritengo abbiamo fatto la guerra. Lo stupore mi strappa un sorriso a mezza bocca quando ne vedo una che avrà avuto settant’anni su un Ciao Piaggio così arrugginito che mi aspetto perda i bulloni da un momento all’altro. Ed io che fino a ieri pensavo al nord con le ciminiere, lo smog e la nebbia che, come mi ha insegnato Totò, quando c’è non si vede. Arrivati a Montechiaro il pullman sale per una impervia stradina piena di curve e dopo circa dieci minuti si ferma in una piazza. Sul cartello leggo Villa San Secondo. Il conducente spegne il mezzo e chiede a quelli che vanno verso Castelnuovo di scendere che si cambia carrozza».
Qui invece un estratto del racconto del professor Casalegno.
«Sono ritornata, infine, per restituire l’unico oggetto che avevo portato con me per trattenere una briciola del paesaggio di Moncucco. Dopo tutti questi anni è ancora identica a com’era perché l’ho conservata con cura nell’attesa di riportarla là dove era stata trovata. Me l’aveva portata il vento. Sembrava una farfalla verde e rossa ed è rimasta tra i libri, per trent’anni è passata da uno all’altro, entrando in tutti quelli che ho letto. Ho chiesto un passaggio ai libri e questi mi hanno accompagnato per tutta la vita.
Sono venuta per riportare una foglia di quercia che si era posata sul libro aperto per la mia ultima lettura, sulla terrazza d’angolo nel cortile del castello, da dove guardavo l’orizzonte che volevo un giorno sorpassare. Quella foglia come una farfalla si è fermata sulla pagina di un libro che mi donò una persona poi scomparsa dal mio spazio e dal mio tempo. Quella foglia è passata lungo gli anni da un libro all’altro. La foglia si posò e mi parlò».