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Cultura e Spettacoli

Chiara Dello Iacovo: «Il mio piano B
è fare il clown nel circo»

Ho conosciuto Chiara Dello Iacovo nel 2005 quando facevo l'animatore nella scuola dove lei e suo fratello Lorenzo frequentavano le ultime classi delle elementari. Da allora non c'eravamo mai

Ho conosciuto Chiara Dello Iacovo nel 2005 quando facevo l'animatore nella scuola dove lei e suo fratello Lorenzo frequentavano le ultime classi delle elementari. Da allora non c'eravamo mai più visti. Dunque capirete, cari lettori, che ricontattarla oggi per proporle di essere intervistata per la nostra rubrica "Un caffè con" mi abbia fatto un po' effetto; soprattutto perché mi sembra che questi dieci anni siano letteralmente volati via, veloci e inesorabili. E pensare che di cose ne abbiamo fatte, nel frattempo. Lei ha approfondito la conoscenza della musica classica (aveva iniziato un corso di solfeggio proprio nel periodo delle elementari) e qualche mese fa ha superato da privatista gli esami del quinto anno del Conservatorio.

Recentemente è poi assurta agli onori delle cronache musicali nazionali per la partecipazione a "The Voice", popolare talent-show di Rai Due. Inoltre si è diplomata allo Scientifico "Vercelli", pur amando in modo smisurato la filosofia. A riprova di ciò nel corso dell'intervista mi butterà lì, tanto per gradire, una citazione di Hegel (tesi-antitesi-sintesi) con discreta nonchalance. Invece io dieci anni fa avevo vent'anni e già solo per questa ragione c'era da stare parecchio allegri a prescindere. Comunque, bando alla nostalgia. Ora che la rivedo e siamo seduti l'uno accanto all'altra, mi sembra di ritrovare in lei la stessa sprizzante vitalità e la medesima ostinata spensieratezza di quando era bambina.

«In realtà come persona sono estremamente malinconica, ho parecchie dicotomie fortemente opposte nel mio carattere. Hai presente un clown? Ecco, è una figura che mi rappresenta bene perché porta felicità ma con una vena di malinconia onnipresente. Ti dirò di più: se mi va male la carriera di cantautrice fuggirò in un circo a fare il pagliaccio. Beh, ora che ti ho detto questa cosa penso che mio papà sarà felicissimo quando leggerà che il mio piano B è fare il clown!». Scoppia a ridere, e anche io sono divertito dalle sue parole anche se poi mi spiega che sta iniziando sul serio a studiare le discipline aeree ad una scuola di circo a Torino: «Sto imparando a fare l'acrobata con i tessuti? Sono dei teli che scendono dall'alto e su cui ci si arrampica per creare spettacolari acrobazie e varie pose. È faticoso e richiede esercizio però è molto divertente». Ok, ho capito: autoironica e spiazzante. Chiara è così.

«Mia mamma è fissata con l'astrologia e dice di me che sono caparbia e con i piedi per terra visto che sono del segno zodiacale del Toro. Mi dice anche che il mio lato creativo molto forte è dovuto all'ascendente Scorpione. Boh, sarà… Di sicuro sono molto dispersiva in ambito artistico poiché, oltre alla musica, mi piace dipingere e anche recitare e l'anno scorso mi era passato per la testa di fare i provini per tentare di entrare in Accademia a Roma. Però credo che da grande farò la cantautrice perché scrivere musica e parole è la cosa che mi piace di più. Sono grata a "The Voice" perché mi ha dato grande visibilità, e pazienza se non ho vinto. Il più grande obiettivo che mi ero prefissata era rimanere coerente con me stessa in una dimensione come quella del talent che non mi si confaceva troppo. Infatti prima di fare le selezioni ci ho pensato a lungo e quando sono entrata nel programma sapevo che la mia sarebbe stata una "lotta" perché le esigenze televisive e il format del programma avrebbero cercato di snaturarmi per andare incontro ad un certo tipo di pubblico, com'è ovvio per un prodotto televisivo di questo genere. Ma anche nelle piccole cose, eh. Ad esempio le truccatrici volevano a ogni costo mettermi il rossetto nonostante continuassi a dir loro che mi faceva schifo. Prima di andare sul palco lo toglievo con la mano e risolvevo così!».

Insomma, dell'eliminazione dal talent Chiara se n'è fatta ampiamente una ragione ed è positivo che sia così se solo penso a quanti giovani interpreti partecipino ad esperienze di questo tipo carichi di mille aspettative per poi beneficiare di una effimera popolarità. Poi magari dopo il successo transitorio devono fare i conti con un ben più prosaico ritorno alla realtà e non sempre la "botta" è facile da metabolizzare. Forse il "segreto" sta tutto qui: prenderla come una bella esperienza utile a crescere, umanamente e magari anche artisticamente: «"The Voice" l'ho vissuto con estrema incoscienza e leggerezza. A parte la prima esibizione non ricordo che per quelle seguenti fossi particolarmente agitata poiché non ho mai avuto la percezione che così tante persone mi stessero guardando e, in fondo, giudicando. Per me la musica, come l'arte in genere, è un gesto altruistico che in realtà parte da un gesto di fondo egoista. Mi fa piacere quando trovo persone che mi ringraziano per le canzoni che scrivo, per l'emozione che riesco a trasmettere e credo che questa sia la soddisfazione più grande per noi musicisti anche se tutto parte sempre da una mia necessità personale. Quando scrivo non penso a chi potrà ascoltare».

Un po' di tremarella ci sarà, inevitabilmente, l'11 luglio quando Chiara salirà sul palco di Astimusica in apertura del concerto della cantautrice siciliana Levante: «In effetti quando vedo il mio nome sui manifesti di Astimusica mi sembra assurdo però sono molto felice e orgogliosa di esserci e sarò comunque meno tesa di quando faccio i concerti di musica classica dove rischio davvero sempre di andare nel pallone? Ho proprio il terrore, quasi il magone, in quei casi. Ma sai perché? Prima di tutto se sbagli quando suoni da solista un pezzo classico al piano si sente subito dal momento che ci sono delle regole ben precise da rispettare e poi comunque sei solo come un cane nel silenzio più assoluto, mentre quando suono la musica leggera, magari con una band, mi sento molto più libera e meno giudicata e dunque riesco ad esprimermi al meglio».

Il giorno prima, il 10 luglio, sul palco di piazza Cattedrale salirà Mannarino e per Chiara ciò ha un significato particolare: «Gente come Bennato, De Gregori, Guccini o i Pink Floyd li ho sempre sentiti dallo stereo di mamma e papà ma forse da piccola vivevo quell'atmosfera musicale in modo passivo. Poi da adolescente sono cresciuta con Avril Lavigne e, ora mi vergogno un po', sono stata persino fan dei Jonas Brother come tanti miei coetanei d'altronde? Fino a quando in terza liceo, procedendo alla stregua dell'hegeliana tesi-antitesi-sintesi, sono rimasta folgorata nel sentire la canzone "Maddalena" di Mannarino e da lì ho cercato di conoscere la scuola del cantautorato moderno, appassionandomi a musicisti come Brunori Sas, Caparezza, e il "trio" Fabi-Silvestri-Gazzè con una predilezione speciale per Niccolò Fabi che sprigiona gioia di vivere e quando sta sul palco è radioso. Quindi posso proprio dire che il mio percorso cantautoriale sia cominciato con Mannarino e dunque sono contenta che venga ad Asti».

In queste settimane Chiara è in sala d'incisione per la registrazione del suo primo disco; la lavorazione procede spedita e l'uscita è prevista per la fine dell'estate. «Negli ultimi mesi sono stata spesso via da Asti, in giro tra Milano, Torino e Roma e ciò non ha favorito i miei rapporti con l'umanità ma comunque sono una persona abbastanza solitaria di indole e con quei due/tre amici fidati c'è un tacito accordo in base al quale anche se non ci si frequenta assiduamente ci sentiamo lo stesso molto vicini. Mio fratello Lorenzo lo vedo pochissimo anche perché ormai lui gioca a pallacanestro a Biella e pure lui è spesso in giro con la squadra. Sentimentalmente parlando, invece, ora sono single e mi rendo conto che da questo punto di vista sono molto difficile, forse anche troppo».

Bartolo Gabbio

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