«Il festival AstiTeatro sta cambiando pelle. Il processo di acquisizione della nuova identità, cominciato l’anno scorso, si è mostrato più evidente nell’edizione terminata ieri (domenica per chi legge, ndr). Il risultato è che il pubblico sta progressivamente cambiando, coinvolgendo anche i giovani».
Così Mario Nosengo, co-direttore artistico di AstiTeatro insieme ad Eugenio Fea, delinea le principali caratteristiche del festival da poco concluso.
Trenta spettacoli in dodici giorni, tra eventi ad ingresso libero e a pagamento, che hanno spaziato dal teatro di figura al circo, dalla danza alla prosa, fino alla drammaturgia sperimentale.
«Quest’anno – continua – è emerso chiaramente il volto nuovo del festival, che ha l’obiettivo di essere maggiormente accessibile a tutti. Il cartellone ha reso concreta la nostra volontà: proporre spettacoli per tutti gusti, per le varie fasce di pubblico, guardando quindi anche alle famiglie, ai giovani e a tutti coloro che considerano il teatro una forma d’arte lontana dai propri interessi. Il tutto tenendo conto della qualità e dell’originalità delle proposte, perché altrimenti da festival diventerebbe rassegna, con un’attenzione sempre maggiore alle compagnie internazionali».
Le compagnie internazionali
Una caratteristica, questa, piaciuta molto ai più giovani. «In attesa dei dati sugli ingressi, non ancora disponibili, anche se abbiamo avuto commenti e riscontri positivi – continua il co-direttore artistico – posso anticipare che due spettacoli di compagnie straniere, ovvero “Batallando – La vida es sueno”, peraltro molto originale tra rap, freestyle e prosa, e “La Llamada del mar”, sono stati scelti da un pubblico molto diverso dal solito, sia dal punto di vista generazionale, come dicevo prima, sia dal punto di vista qualitativo, ovvero più attento e curioso».
In alcuni casi, poi, sono stati inseriti in cartellone spettacoli di qualità che avrebbero meritato un’attenzione più elevata dal pubblico, considerando la qualità della performance. Il riferimento va, per esempio, a “Culbuto”, che ha visto l’acrobata Vincent Martinez in grado di mettere in scena acrobazie spettacolari. «Inizialmente – commenta Nosengo – sarebbe dovuto andare in scena in piazza San Secondo, e certamente avrebbe attirato più spettatori, considerando che era ad ingresso gratuito nella piazza centrale della città. Il fatto è che la piazza non è perfettamente in piano, condizione essenziale per la riuscita dell’esibizione, per cui abbiamo dovuto optare per l’area pedonale di piazza Alfieri, un po’ più “nascosta”».
Secondo Nosengo, comunque, il festival dovrà procedere sulla stessa linea anche in futuro. «La strada da seguire – conclude – è continuare con una proposta accessibile a tutti, con un’attenzione particolare alle compagnie teatrali under 35».
L’esclusione dai fondi ministeriali
Sull’edizione da poco conclusa, tuttavia, si abbatte una scure: venerdì scorso sono infatti usciti i risultati del bando per l’assegnazione di fondi ministeriali cui ha partecipato il festival AstiTeatro, che viene finanziato ogni anno principalmente grazie a contributi esterni, cui si aggiungono secondariamente fondi provenienti dalle casse comunali. Il problema è che, dopo tanti anni in cui ha potuto beneficiare di fondi ministeriali, quest’anno AstiTeatro è stato escluso e non riceverà un euro a copertura dell’edizione appena terminata. Nel decreto del direttore generale spettacolo – relativo all’ammissione al triennio 2025 – 2027 e all’annualità 2025 dell’ambito multidisciplinare – emerge infatti come il festival astigiano sia stato escluso per aver ottenuto 9 punti su 35, quando il punteggio minimo di ammissione era pari a 10. Un risultato, tra l’altro, arrivato in forte ritardo rispetto al previsto (la pubblicazione era programmata a maggio), ovvero a festival concluso. E che ha suscitato polemiche anche in altre parti d’Italia sia per i tagli al settore cultura sia per alcuni risultati considerati inattesi (come la riduzione di punteggio, e quindi di contributi, allo storico festival di Santarcangelo di Romagna).
Sulla questione vogliono vederci chiaro i consiglieri comunali di “Uniti si può”, Vittoria Briccarello e Mauro Bosia, che hanno presentato sabato una interrogazione con risposta scritta – per sapere innanzitutto come verrà pagata l’edizione 2025 – al sindaco Rasero e all’assessore alla Cultura Paride Candelaresi, che ha replicato: «Mi riservo di approfondire la questione con gli uffici».