In un Teatro Alfieri gremito e alla presenza di numerose autorità, presentata da Massimo Cotto si è svolta ieri la finale della 14esima edizione del Premio Asti d’Appello, il cui riconoscimento principale è andato a Claudio Piersanti.
A fare i saluti ufficiali è stato il presidente dell’omonima associazione organizzatrice del riconoscimento, Stefano Bertone, che ha esordito ricordando le numerose attività svolte durante l’ultimo anno. Tra queste la lettura, nel cortile della Biblioteca Astense, di una selezione di brani tratti dal romanzo “Ulisse” di James Joyce in occasione dei cento anno dalla pubblicazione. Iniziativa che riprenderà il prossimo anno con un altro romanzo «che possa magari interessare un pubblico giovanile – ha detto Bertone – così da avvicinare anche gli studenti in una sorta di staffetta letteraria».
Gli otto finalisti
A seguire la presentazione degli otto libri finalisti, tutti titoli che hanno sfiorato l’oro nei maggiori premi letterari nazionali: “Nova” (Adelphi) di Fabio Bacà, “Pianura” (Einaudi) di Marco Belpoliti, “La tigre di Noto” (Neri Pozza) di Simona Lo Iacono, “La foglia di fico” (Einaudi) di Antonio Pascale, “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli) di Claudio Piersanti, “Black money” (Sem) di Paolo Roversi, “Il codice della vendetta” (E/O) di Pasquale Ruju e “Bly” (Mondadori) di Melania Soriani.
Al centro le arringhe degli autori davanti alla giuria togata (formata da uomini e donne di legge), sostenuti da Massimo Cotto presente anche nelle vesti di avvocato difensore d’ufficio. Oltre alla giuria togata hanno contribuito al risultato finale una giuria popolare, formata dai soci di Premio Asti d’Appello, una giuria giovane, formata da 153 allievi di varie scuole superiori astigiane e poi, dopo due anni di sospensione dovuta alla pandemia, da studenti della Casa di Reclusione di Asti.
Gli appelli lanciati dagli autori sono stati accorati, alcuni ironici e divertenti, altri commoventi. Alla loro conclusione l’intervallo, volto a lasciare il tempo alla giuria di decretare il vincitore, è stato colmato in modo egregio da “Tra Europa e Sud America”, applauditissimo concerto di “ASO – Asti Sistema Orchestra”, diretto dal Maestro Fabio Poggi.
La premiazione
Al termine, la premiazione. Ad aggiudicarsi il premio principale di 10 mila euro è stato Claudio Piersanti con “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli), premiato da Stefano Bertone e Massimo Cotto.
«Una scrittura tersa e dolcemente ironica – ha scritto la giuria togata per motivare la scelta – accompagna con pudore lo svolgimento di una storia profonda e struggente. Il male che progressivamente si insinua nella vita dei due protagonisti consente tuttavia la ricostituzione del legame delle loro anime a dispetto della paura e dell’implacabilità della malattia, e ne esalta la forza».
Il premio della giuria popolare, un’esclusiva penna stilografica Aurora Hastil, è andato a Simona Lo Iacono per “La tigre di Noto” (Neri Pozza), premiata dal presidente di Aurora Penne Cesare Verona, mentre il Premio Rotary per il romanzo più votato dalla giuria giovane, costituito da una sterlina d’oro, è stato assegnato a Pasquale Ruju per “Il codice della vendetta” (E/O). A premiarlo Luigi Florio, presidente del Rotary Club di Asti.
A tutti gli scrittori partecipanti verrà inoltre fatto dono di una penna Aurora.
L’evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione del giornalista Alberto Sinigaglia e di Biblioteca Astense, Inner Wheel, Rotary Club e Unione Industriale, con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Banca d’Alba, Format, Saclà, Fondalpress, Farmacia Baronciani, Lipitalia 2000, Geosistemi, Alplast, Aurora, Officina della Scrittura e azienda vitivinicola Fratelli Natta.