«Se a causa dello sciopero non trovo il treno per ripartire alla volta di Varese, dove sarò impegnato con il musical “Mamma mia!”, mi fermo qui a bere Asti Spumante con gli amici».
Così Clayton Norcross, l’attore americano famoso in Italia per aver interpretato per primo il personaggio di Thorne Forrester nella soap opera “Beautiful”, ha scherzato con i giornalisti mercoledì scorso, in occasione dell’incontro che ha preceduto la sua presenza come ospite all’Asti International Film Festival.
Norcross, 67 anni, è arrivato accompagnato dal suo manager Antonio Moccia in una pausa del tour del musical che lo vede impegnato dallo scorso ottobre nei teatri di tutta Italia. E che, dopo la pausa durante la vacanze natalizie, riprenderà le repliche fino alla primavera.
I progetti
Clayton, quale ruolo interpreta in “Mamma mia!”?
Interpreto uno dei tre potenziali padri della protagonista Sofia, ruolo coperto da Sabrina Marciano, accanto a Sergio Muniz e Luca Ward, che è molto conosciuto come doppiatore, non solo in Italia, ma anche nel mondo.
Devo ringraziare il regista Massimo Piparo che mi ha dato questa possibilità. Lo spettacolo ha, infatti, un’ottima risposta del pubblico, dato che le repliche, che si svolgono in teatri di almeno 1.500 posti, sono quasi sempre da tutto esaurito. L’ampiezza dei teatri è fondamentale, considerato il costo dello spettacolo dovuto all’allestimento tecnologico che lo caratterizza, prodotto da Peeparrow Entertainment e dal Teatro Sistina.
Le piace la storia alla base del musical?
Sì, perché è la storia di un amore riscoperto. E’ un bel messaggio da proporre al pubblico dopo il difficile periodo del Covid e l’assurdità della guerra in Ucraina.
In quali progetti è stato impegnato prima di questo spettacolo?
Sono arrivato in Italia dalla Bulgaria, dove sono coinvolto in un progetto insieme ad alcuni investitori immobiliari per costruire un grande resort sulle coste del Mar Nero. Romeni, Tedeschi, Francesi e Inglesi amano molto quella zona, caratterizzata da una qualità del servizio decisamente buona e costi bassi.
In precedenza, invece, ho girato un film in Thailandia, dopo aver vissuto alle Hawaii il periodo del Covid, dato che si respirava un’aria di maggiore normalità rispetto agli Stati Uniti. Il film si intitola “Ultimate Ratio” ed è una pellicola d’azione che sta uscendo in questi giorni negli Stati Uniti, in cui ho il ruolo da protagonista.
In questo film interpreto un mercenario, quello che solitamente viene chiamato un “cattivo ragazzo”. La sfida era reinventarmi con un ruolo diverso sulla base di una sceneggiatura accattivante. Ho girato il film a Bangkok sotto la regia di Jean Marc Mineo, con una produzione francese.
In questo caso ho dovuto mettere in pratica ciò che mi avevano insegnato alla scuola di recitazione. Ovvero, il fatto che gli attori non devono giudicare, ma “interpretare” le motivazioni alla base delle azioni, anche negative, che compiono i personaggi che interpretano.
Il rapporto con l’Italia
Quando è venuto per la prima volta in Italia?
Trent’anni fa, quando la soap opera in cui recitavo, “Beautiful”, era all’apice del successo. Erano anni in cui non potevo passeggiare per una città o andare in un ristorante che venivo subito “assalito” dai fan.
Successivamente sono tornato almeno una volta all’anno, e nel corso di questo periodo ho anche preso parte ad alcune trasmissioni televisive italiane, tra cui, recentemente, “Avanti un altro” con Paolo Bonolis.
Cosa l’ha colpita maggiormente del nostro Paese?
Il fatto che è molto variegato dal punto di vista paesaggistico e culturale. Basti pensare ai dialetti che si parlano, così diversi.
In California, dove ho vissuto per molto tempo, si possono distinguere accenti diversi tra le varie zone, ma di sicuro non ci sono lingue diverse come nel vostro caso.
Come mai ha lasciato la soap opera “Beautiful” quando era all’apice della popolarità?
Ritengo che un attore non debba essere incastrato in un unico ruolo. Così ho deciso di viaggiare per il mondo e interpretare personaggi diversi, intraprendendo una carriera diversificata che, peraltro, mi ha portato a lavorare nei vari continenti.
Cosa ha apprezzato maggiormente del suo lavoro nel cast di “Beautiful”?
Il fatto di aver potuto trasmettere un messaggio di dolcezza, tipico della personalità di Thorne Forrester. La potenza del cinema è proprio questa: raccontare storie di vita che aiutano gli spettatori ad aprire la mente e ad assumere diversi punti di vista.