Giunto al suo undicesimo lungometraggio, Sergio Rubini si può definire un regista ormai maturo. Paradossalmente, il suo ultimo film ha toni ben più leggeri rispetto a quelli cui ci aveva abituato in
Giunto al suo undicesimo lungometraggio, Sergio Rubini si può definire un regista ormai maturo. Paradossalmente, il suo ultimo film ha toni ben più leggeri rispetto a quelli cui ci aveva abituato in Colpo docchio e Luomo nero, per citare i più recenti. Ma è forse segno di maturità laver abbandonato le ambientazioni mediterranee che caratterizzavano molte sue pellicole, quelle più autobiografiche. La vicenda ruota intorno a Biagio Bianchetti, imprenditore di discreto successo, sposato con una bella moglie.
Tutto sommato, una persona fortunata, se non fosse per un complesso di inferiorità che lo rode fin dallinfanzia. La causa? Ottone di Valerio, ex compagno di scuola e da allora in avanti rivale in tutto. Rivale vincente, quello sempre un passo avanti, capace di sminuire Biagio in ogni situazione. Al punto di volergli giocare un brutto scherzo, proponendogli un affare che si rivelerà essere un disastro. Sul lastrico, umiliato per lennesima volta, Biagio decide di farla finita affogandosi in un lago.
Ma nellaldilà gli viene concessa una seconda chance: si reincarna così in Dennis Rufino, brillante manager di cui lodiato Ottone ha affidato le sorti della propria azienda. Nulla sembra opporsi tra Biagio e la sua vendetta, ma il nuovo punto di vista gli offre una prospettiva inedita sulle persone che pensava di conoscere. E il desiderio di rivalsa si trasforma in un impulso a rendere migliori i propri nemici. Da segnalare la presenza sul set del duo Lillo & Greg, accanto a Neri Marcoré, qui in un inedito ruolo negativo.
Mi rifaccio vivo
Di Sergio Rubini con Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè, Pasquale Petrolo
Italia 2013, commedia, 105