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Cultura e Spettacoli

Con Marco Berry il teatro
sulle tracce della parola smarrita

Marco Berry, Fabrizio Rizzolo ed Eva Santana sono i nomi che terranno a battesimo "Gli altri", cartellone di teatro che punta a sensibilizzare sulle disabilità. «Un artista deve vivere il

Marco Berry, Fabrizio Rizzolo ed Eva Santana sono i nomi che terranno a battesimo "Gli altri", cartellone di teatro che punta a sensibilizzare sulle disabilità. «Un artista deve vivere il suo tempo, altrimenti non ha cuore – commenta il direttore artistico Alessio Bertoli – e nel nostro tempo guardiamo distaccati alle sofferenze di questo mondo, convinti che si tratti di una favola brutta che non ci riguarda. Finché all'improvviso una realtà tragica irrompe nelle nostre vite.» La rassegna è realizzata dall'associazione Nuove Idee Globali, in collaborazione con l'assessorato ai Servizi sociali.

«Cultura e sociale sono settori che devono sostenersi a vicenda – afferma l'assessore Piero Vercelli – e questa rassegna risponde a due esigenze: dare dignità alle persone e visibilità alle associazioni che svolgono un'attività quotidiana.» Il via giovedì al Teatro Alfieri con lo spettacolo "La parola smarrita" (ore 21.15, ingresso 15 euro). Attraverso la vicenda di Al Mindland, immaginario docente di Linguistica ad Harvard, si segue come in una fiaba il doloroso percorso che accomuna le persone affette da morbo di Alzheimer. «Sarà importante coinvolgere anche i ragazzi in questo evento – spiega Gabriella Corbellini, presidente dell'Associazione Alzheimer Onlus – soprattutto quanti tra loro si dedicheranno alle professioni sanitarie. L'idea è di far conoscere le emozioni legate alla malattia atteaverso le emozioni del teatro.» Dopo "La parola smarrita", testo opera dello stesso Bertoli in collaborazione con Pasquale Demetrio, il 5 dicembre andrà in scena "Il paese dei ciechi".

«E' un titolo che fa paura – commenta Renata Sorba, dell'Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti Asti – perché si tratta di un problema che spaventa sia chi ne è coinvolto direttamente, sia chi è preoccupato di perdere la vista. Su questa paura avevamo svolto un laboratorio, e lo spettacolo credo che esprima bene quel percorso. Noi portatori di disabilità coinvolgeremo chi assiste allo spettacolo, dimostrando di essere perfettamente abili nel fare arte.» Sul palco tutti gli attori saranno bendati, impossibile accorgersi di chi è vedente e chi no. Altri appuntamenti a febbraio toccheranno il tema dell'autismo, mentre a partire da gennaio una rassegna parallela racconterà episodi di violenza omicida con "Volevo solo ammazzarne venti", monologo dello scomparso Luigi Bernardi. A marzo ancora teatro con "Interni di follia" e "Serial night", recital sui mostri contemporanei a cavallo tra cronaca nera e letteratura di genere.

e.p.r.

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