Oggi (sabato), alle 17 presso la Biblioteca Astense, il Cepros organizza un incontro-confronto sulla figura di Mosè, così come emerge dai libri di Paolo De Benedetti “La morte di Mosè e altri esempi” e “Mosè nostro maestro” di Massimo Giuliani, che sarà presente all’incontro.
L’incontro è organizzato in occasione dell’anniversario della scomparsa di Paolo De Benedetti, il noto biblista e teologo astigiano mancato nel dicembre del 2016 all’età di 89 anni.
In “Mosè nostro maestro”, pubblicato da San Paolo Edizioni lo scorso ottobre, Giuliani – docente di Pensiero ebraico all’Università di Trento, dove coordina il corso di laurea in Filosofia – esplora diversi approcci. Ebrei e cristiani condividono i cinque libri di Mosè, cuore della rivelazione al monte Sinài – che i primi chiamano Torà, i secondi Pentateuco – senza il quale è impossibile comprendere il Nuovo Testamento. Mosè resta quindi centrale tanto per il Giudaismo quanto per il Cristianesimo, tanto che nel corso dei secoli non ha mai smesso di ispirare esegeti e teologi di entrambe le fedi.
Poiché il dialogo, oggi, si alimenta di una sempre più approfondita conoscenza delle diverse interpretazioni e letture dei Testi sacri, in questo volume l’autore dà voce ai rabbini di Israele che hanno creato il Midrash e ai teologi che, nei primi secoli, hanno forgiato il Cristianesimo.
L’intervento di don Berzano
Spetterà invece a don Luigi Berzano, già docente di Sociologia all’Università di Torino, presentare il libro di Paolo De Benedetti “La morte di Mosè” (Morcelliana, 2005). Un volume che, alla sua pubblicazione nel 1971, «apparve subito un’eccezione nella cultura italiana. Ispirandosi ai maestri del Talmud e a Bonhoeffer – ricordano i promotori dell’incontro – faceva balenare una nuova idea di giudaismo e cristianesimo». Un’idea profondamente laica e religiosa – «la convinzione che noi siamo importanti per Dio perché egli parla a noi, non perché parliamo a Lui» – che offriva, in brevi capitoli, interpretazioni inusuali della secolarizzazione, del Sacro e della Legge, del profano e del profetismo.
Nei libri successivi De Benedetti – che si definiva un «marrano per la compresenza, instabile ma irrinunciabile, di categorie mentali ebraiche e di alcune convinzioni cristiane» – ha spostato sempre più il suo interesse verso la tradizione del giudaismo rabbinico, mantenendo tuttavia lo stile dell’argomentazione: «con o contro, ma non senza Dio».
Modererà l’incontro il professor Pierluigi Pertusati.
Ingresso libero.