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Cultura e Spettacoli

Cosa uccide l’uomo. I mondi
di Edda, viscerali e diversi

La rassegna “Indi(e)avolato” torna al Diavolo Rosso questa sera (venerdì) con un doppio appuntamento. Dopo l’apertura affidata al cantautore Alessandro Grazian, che presenta in acustico il suo

La rassegna “Indi(e)avolato” torna al Diavolo Rosso questa sera (venerdì) con un doppio appuntamento. Dopo l’apertura affidata al cantautore Alessandro Grazian, che presenta in acustico il suo nuovo disco “L’Età Più Forte”, le luci saranno puntate su uno dei personaggi più importanti del rock italiano: Edda. Meglio noto all’anagrafe come Stefano Rampoldi, Edda è stato voce e leader dei Ritmo Tribale negli anni ‘80 e ‘90 contribuendo in modo decisivo ad una scena musicale conosciuta anche fuori dai confini nazionali e capace di portare alla ribalta realtà quali Negrita e Afterhours, giusto per citarne un paio.

Il silenzio di Edda dopo l’esperienza con i Ritmo Tribale, conclusa nel 1996 con l’uscita dell’album “Psycorsonica”, dura per dodici lunghi anni e si interrompe solo nel 2009 con il suo folgorante debutto solista “Semper Biot”. Da allora, accasato presso l’etichetta Niegazowana, non si è più fermato dando alle stampe l’Ep “Edda In Orbita” (2010) e il secondo full–length “Odio I Vivi” (2012). Oggi presenta al pubblico il terzo capitolo del suo nuovo percorso: “Stavolta Come Mi Ammazzerai?”, un disco che, se da un lato ha unito e accresciuto il numero dei suoi fan, dall’altro ha spaccato la critica nazionale sui fili tematici che ne costituiscono l’ossatura. Ad una prima lettura, infatti, l’odio sembra essere il leitmotiv dell’album, ma tra le pieghe dei brani emergono sfogo e rabbia esistenziale di un artista molto acuto e sensibile.

Così l’odio si trasforma in amore, da quello carnale di “Ragazza Porno” a quello tragicamente romantico di “Tu E Le Rose” fino a quello non corrisposto di “Saibene”. Di Edda colpisce il linguaggio, viscerale senza schivare le parolacce ma mai volgare o fuori luogo. I suoi testi raccontano realtà differenti e scomode, incesto, pedofilia, eroina, pornografia, violenza, anoressia, malattia, mondi dai quali spesso l’essere umano distoglie lo sguardo in modo ipocrita. Lui li analizza con un coraggio critico che diviene così cifra stilistica di questo disco, un disco che come il suo autore si avvale del diritto di vivere fuori dai margini. Con attitudine punk, nel senso più nobile del termine. Inizio concerto ore 21.30, ingresso a offerta.

Il weekend nel locale di piazza San Martino si chiude con l’appuntamento di domenica (ore 22): lo spettacolo–concerto in solitaria di musica visuale di Gian Luigi Carlone, frontman della Banda Osiris. Il dirompente polistrumentista canta e suona accompagnato in video da musicisti e immagini che ha incrociato durante 35 anni di musica e teatro. Da Stefano Bollani al Quartetto Euphoria passando per le immagini di Matteo Garrone (per cui ha composto le colonne sonore di cinque film) fino al doppiaggio di celebri duetti mozartiani. Info www.diavolorosso.it

Luca Garrone

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