40mila opere tra volumi, codici, manoscritti, incunaboli. È lo straordinario patrimonio della Biblioteca del Seminario, riaperta dopo i lavori di ristrutturazione
40mila opere tra volumi, codici, manoscritti, incunaboli. È lo straordinario patrimonio della Biblioteca del Seminario, riaperta dopo i lavori di ristrutturazione. Interventi sostanziali sono stati effettuati nelle sale dell’archivio storico, della biblioteca antica e del refettorio. «In quest’ultima sala è stato rifatto il pavimento – spiega Debora Ferro, curatrice della Biblioteca – e restaurato il coro ligneo del Settecento, opera di Benedetto Alfieri. Si è provveduto inoltre a installare nuovi impianti, in particolare quello di deumidificazione e quello anticendio, dotato di tecnologie innovative. Finalmente è stata riaperta la porta che collegava il refettorio alla biblioteca: in questo modo i libri non dovranno più essere trasportati attraverso il cortile, ma si manterranno nelle condizioni ottimali restando all’interno delle sale.»
Mentre procedevano i lavori, buona parte delle opere conservate sono state riordinate e inventariate. Con l’occasione si è deciso di archiviare in una stessa sala tutti i documenti che attestano la nascita del Seminario vescovile, e la vita quotidiana al suo interno. «Sono emersi numerosi inventari che dettagliano il funzionamento del refettorio – prosegue Debora Ferro – cosa si mangiava, dove acquistavano gli alimenti, eccetera. Da altri documenti si può tenere traccia della fabbrica dell’edificio, ad esempio sappiamo da dove provenivano i mattoni utilizzati e dove si trovavano le fornaci che li producevano.» Uno spaccato di economia ed edilizia della Asti del XVIII secolo: il Seminario fu progettato da Benedetto Alfieri e realizzato nella seconda metà del Settecento, già nel 1774 i volumi della biblioteca vennero trasferiti qui per volere del vescovo Giovanni Todone. «Un vescovo illuminato, volle che la biblioteca fosse pubblica. E infatti fu proprio questa la prima biblioteca della città.»
In origine i volumi si trovavano in una sala diversa rispetto all’attuale, conservati su prezioni scaffali lignei, sciaguratamente messi in vendita e oggi scomparsi. Tra le opere che saranno esposte per celebrare il rinnovo dei locali, alcune chicche come gli appunti del cronista Stefano Incisa. Appassionato di teatro, aveva l’abitudine di disegnare marionette e maschere al bordo dei fogli su cui stava lavorando. Oppure le tavole che corredano l’Enciclopedia di Diderot e D’Alambert, di cui la Biblioteca conserva due copie. Nella splendida sala del refettorio, infine, sarà aperta la mostra “Astigiani insigni per una pubblica libraria”, allestita dalla curatrice e da Daniela Nebiolo, nella quale saranno esposti preziosi volumi donati alla Biblioteca del Seminario da illustri eruditi astigiani.
La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio con i seguenti orari: martedì-venerdì dalle 10.30 alle 12.30, sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30, domenica dalle 15.30 alle 18.30. Con gli spazi rinnovati e una parte delle opere riordinate, la Biblioteca del Seminario può guardare al futuro: «Ora sono stati liberati gli spazi necessari per procedere a una nuova fase di catalogazione. Non vediamo l’ora di scoprire cosa salterà fuori dagli scaffali», sorride Debora Ferro.
Enrico Panirossi