La serie di incontri di promozione della lettura “Il libro del cuore”, curata dal CPIA di Asti, nasce come un momento di partecipazione e condivisione, aperto a tutta la cittadinanza e la comunità. La prima presentazione del ciclo de “Il libro del cuore” si è svolta presso la biblioteca interculturale “Renato Bordone” del CPIA di Asti.
È stata questa l’occasione per presentare, in collaborazione con l’associazione culturale “La città del sole”, il libro di esordio dello scrittore Marco Tripodi edito da Rossini editore, dal titolo “Don Fortunato”. All’evento presenti alcune delle classi del CPIA, ma anche pubblico esterno accorso per scoprire maggiori dettagli.
Marco Tripodi è un giovane professore di lettere di un istituto di istruzione secondaria superiore di Genova. È nato e cresciuto a Savona, ma di origini calabresi alle quali è legatissimo. È da sempre appassionato di letteratura e storia. Il professor Marco Tripodi, intervistato dal Prof. Francesco Scalfari, ha raccontato il personaggio protagonista del romanzo storico Don Fortunato.
Fortunato, abbandonato in un befotrofio in una Napoli di fine ‘800, viene adottato e condotto a Molaro, un minuscolo paesino di contadini e braccianti sulle montagne calabresi. Qui Fortunato cresce tra affetti e difficoltà, immerso in una realtà dove le giornate sono fatte di fatica e di sacrifici, costellata di silenzi e di antichi rituali immutati nel tempo. La vita di Fortunato scorre tra vicende di amore e sangue, soprusi e tentativi di riscatto, intrecciandosi con gli avvenimenti che interessano l’Italia del primo Novecento.
L’autore spiega che si tratta di un romanzo che intreccia, al suo interno, più livelli: è una biografia, poiché racconta la storia del protagonista dalla sua nascita sino alla sua dipartita; è un romanzo storico, in quanto narra le vicende che ripercorrono la storia italiana della prima metà del XX secolo; è un romanzo di formazione, difatti segue l’evoluzione del protagonista verso la maturazione attraverso esperienze, prove ed errori che lo condurranno alla crescita.
Marco Tripodi chiarisce qual è il trait d’union che lo lega indissolubilmente al protagonista: si tratta del suo bisnonno paterno che, attraverso i racconti del padre e degli zii lo ha, sin da piccolo, affascinato e allo stesso tempo incuriosito.
Dietro la stesura di questo romanzo storico, durata ben dieci anni, l’autore racconta anche una capillare e accurata ricerca delle fonti, di documenti storici, di sitografia specifica, di sopralluoghi che lo hanno portato a descrivere, non solo la figura cupa e a tratti rude del personaggio protagonista, ma anche la geografia e la microstoria di un mondo che non esiste più, quello del secondo protagonista di questo romanzo: il Sud e la Calabria in particolare