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Mostra Macchiaioli presentazione
Cultura e Spettacoli
Arte

Dal 19 novembre la mostra “I Macchiaioli” a Palazzo Mazzetti

Presentata stamattina l’esposizione realizzata dalla Fondazione Asti Musei, composta da oltre 80 opere provenienti da collezioni private

Torna, dopo lo stop dovuto alla pandemia, l’appuntamento con le grandi mostre avviate dalla Fondazione Asti Musei nel 2018. Dopo “Chagall. Colore e magia” e “Monet e gli impressionisti in Normandia”, quest’anno Palazzo Mazzetti aprirà le sue porte all’esposizione “I Macchiaioli – L’avventura dell’arte moderna”, in programma dal 19 novembre al 1° maggio 2022.
Protagonista sarà il movimento pittorico più importante dell’avanguardia italiana risorgimentale. Formatosi a Firenze a partire dal 1855-’56, il gruppo dei Macchiaioli nacque quale reazione all’inerzia concettuale e formale delle accademie e specularmente ai fermenti ideologici del Risorgimento. In mostra oltre 80 opere, tra cui alcuni capolavori dell’arte dell’Ottocento italiano dalla macchia al naturalismo, fra dipinti celebri e opere meno note perché mai esposte prima, in gran parte provenienti dalle più prestigiose collezioni private europee.
A presentare l’evento, stamattina in conferenza stampa, il presidente della Fondazione Asti Musei, Mario Sacco, e il curatore dell’esposizione, Tiziano Panconi, affiancati da numerose autorità, tra cui il sindaco Maurizio Rasero, il vice presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso, Francesca Varca in rappresentanza dell’Amministrazione provinciale e il vice presidente della Camera di Commercio Alessandria – Asti, Renato Goria.

Il commento di Mario Sacco

“Dopo il difficile periodo dominato dalla pandemia, che ha imposto lunghe chiusure dei luoghi della cultura – ha affermato Sacco – come Fondazione Asti Musei ripartiamo con spirito imprenditoriale, continuando a puntare sulla cultura integrata all’economia del territorio e al turismo. Dopo la costituzione della Fondazione nell’estate 2018 (grazie a cui, insieme al Comune, abbiamo messo in rete i musei cittadini per cercare di gestirli al meglio), abbiamo dato il via alle grandi mostre che hanno avuto elevati riscontri a livello di visitatori e importanti ricadute economiche sul territorio, grazie anche al fatto che, per la prima volta, un terzo del budget degli eventi è stato investito in comunicazione. Basti pensare che, nei mesi di gennaio e febbraio del 2019 e del 2020, periodi dell’anno tradizionalmente “spenti” dal punto di vista turistico, le grandi mostre hanno attirato oltre mille visitatori al sabato e oltre 1.500 la domenica. Poi lo stop dovuto alla pandemia. Solo ora abbiamo deciso di ripartire con eventi di questo livello, dato che si può pensare al futuro senza lo spettro di nuove chiusure, condizione fondamentale considerando gli elevati investimenti che mostre come queste richiedono”.
Sacco ha quindi ricordato che la Fondazione non intende fermarsi. Se ha appena rinnovato il sito internet, per narrare a chi naviga sul web la ricchezza culturale e artistica della città, sta già pensando al futuro. “L’intenzione – ha concluso – è proporre dopo i Macchiaioli la mostra su Van Gogh pensata per il 2020, bloccata quindi dal lockdown”.

Le parole del curatore

A prendere la parola è stato poi il prof. Tiziano Panconi. “I numeri di una esposizione – ha detto ricollegandosi al discorso di Sacco – sono importanti sia a livello quantitativo sia qualitativo, dato che ogni visitatore di grandi mostre spende in media, in Italia, 110 euro. La gran parte dei visitatori proviene da un raggio di 200 chilometri dalla città che ospita l’evento. Va da sé che, in un Paese come il nostro, le mostre sono in concorrenza tra loro. Ad esempio, un abitante di Alessandria potrà decidere, nelle prossime settimane, se venire ad Asti per la mostra dei Macchiaioli o andare a Torino a visitare l’esposizione dedicata all’opera di Giovanni Fattori”.
Panconi ha quindi messo in luce altre caratteristiche del “popolo delle mostre”. “E’ ben organizzato – ha indicato – e molto selettivo. Se il prodotto disattende le attese di un visitatore, quest’ultimo sarà perso per sempre, ragion per cui bisogna prestare massima attenzione alla comunicazione dell’evento”.
Infine ha fornito la definizione di “grande mostra”. “E’ tale – ha affermato – quando realizza un percorso culturale spiegando un movimento artistico in modo originale. Non deve quindi limitarsi ad affiancare opere presenti in musei diversi, ma deve riunire in modo organico capolavori molto conosciuti ad altri meno, a firma di artisti più o meno noti al grande pubblico. Ad esempio, la mostra dei Macchiaioli propone, in base a questo principio, opere non visibili altrimenti perché provenienti da importanti collezioni private”.
L’obiettivo è quindi portare i visitatori a scoprire i Macchiaioli, il movimento pittorico più importante dell’avanguardia italiana risorgimentale e il clima sociale che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi, ai contenuti e ai personaggi del movimento. Si potranno ammirare opere quali “Mamma con bambino” (1866-67) di Silvestro Lega, “Tramonto ín Maremma” (1900-05) di Giovanni Fattori, “Bambino al sole” (1869) di Giuseppe De Nittis, accanto a “Alaide Bantì sulla panchina” (1870-75) di Cristiano Bantl, “Una visita al mio studio” (1872) dí Odoardo Borrani e “Signore al pianoforte” (1869) di Giovanni Boldini. In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di pittori.

Gli organizzatori

La mostra è realizzata dalla Fondazione Asti Musei in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, la Regione Piemonte e il Comune di Asti. Gode del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, è organizzata da Arthemisia con la collaborazione del Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia e vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
Per informazioni: http://www.museidiasti.com; info@fondazioneastimusei.it.

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