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Amerio Danilo
Cultura e Spettacoli
Intervista

Danilo Amerio: «Tornerò a cantare»

I progetti del cantautore astigiano che negli anni ‘90 ha partecipato a diverse edizioni del Festival di Sanremo: «Non lo seguo più, la canzone è stata relegata in terzo piano»

«Non seguirò il festival di Sanremo perché penso che non sia più il festival della canzone italiana, ma del personaggio, in cui la musica è solo di contorno».
Parola del cantautore astigiano Danilo Amerio, che negli anni Novanta ha preso parte a diverse edizioni del festival della canzone italiana in qualità di cantante, autore e produttore.
Danilo, cosa pensa del festival di Sanremo che comincia oggi?
Penso che, a differenza del passato, vede protagonista il personaggio, mentre la musica, la canzone, è relegata non in secondo, ma in terzo piano.
Quando invece avevo partecipato, a vario titolo, negli anni Novanta, la musica era regina, il resto era di contorno.
Ritornerei a guardarlo solo se dovessero selezionare un artista che produco.
Ci racconti la sua esperienza nell’ambito della manifestazione…
A Sanremo ho fatto di tutto. Avendo collaborato alla produzione artistica di album di cantanti come Umberto Tozzi, Raf e Marco Masini, ho avuto il piacere di ascoltare brani come “Gli altri siamo noi” nel 1988 e “Cosa resterà” nel 1989.
Inoltre sono stato tra gli autori di “Donna con te”, interpretata da Anna Oxa nell’edizione del 1990. Quindi nel 1993 ho partecipato al festival con Mietta e i Ragazzi di Via Meda interpretando con loro “Figli di chi”, che ha conquistato il quarto posto nella sezione “Campioni”.
Ma l’anno da ricordare è stato sicuramente il 1994: avevo partecipato alla produzione di Aleandro Baldi che aveva vinto il festival con “Passerà”, avevo prodotto Giorgio Faletti che era arrivato secondo con “Signor tenente” e mi ero classificato terzo tra le “Nuove proposte” con il brano “Quelli come noi”.

I ricordi

Quindi il suo ricordo più bello è legato a quell’anno…
Sì, perché contemporaneamente avevo una produzione, una collaborazione e un mio brano.
Ma il 1990 era stato altrettanto soddisfacente, in quanto il pezzo “Donna con te” si era rivelato un successo strepitoso. Basti pensare che, poco dopo la fine del festival, avevamo decisamente superato i Pooh, che erano arrivati primi con “Uomini soli”, a livello di numero di dischi venduti (quando ancora si vendevano). E questo dimostra che vincere non è sempre sinonimo di successo di vendita.
Per la sua carriera il terzo posto nel 1994 è stato importante?
Sì, perché mi ha fatto scattare tra i big, passaggio che allora consolidava la presenza tra gli artisti di successo. Così l’anno successivo mi sono presentato al festival con il brano “Bisogno d’amore”, pezzo che ha funzionato parecchio.
Oltre alla maggiore importanza della canzone, quali erano le caratteristiche della manifestazione che apprezzava di più in quegli anni?
La conduzione di Pippo Baudo era molto importante. Grande conoscitore di musica, ascoltava tutte le canzoni e forniva consigli utili agli artisti. Era capitato anche a me con “Bisogno d’amore”, di cui mi aveva cambiato un accordo.
A lui interessava la musica, la canzone, tutto il resto faceva da contorno. Così facendo, tutti i personaggi passati dalle sue edizioni di Sanremo hanno fatto successo e sono rimasti famosi fino ad oggi.
Qualche aneddoto degli anni al festival che ricorda con simpatia?
I ricordi sono molteplici, ma mi viene in mente una cena, nel 1994, con Giorgio Faletti, che quando era con gli amici faceva uscire il suo innato lato comico. Si era inventato dei personaggi che mi facevano talmente ridere da non riuscire a mangiare.

I progetti per il futuro

Dal passato al presente. Di cosa si sta occupando attualmente e quali progetto ha per il futuro?
Ricomincerò a cantare. Ho di nuovo voglia di mettermi in gioco, desiderio scattato in seguito alla richiesta di un grande manager, dopo un periodo in cui sono stato autore, produttore e talent scout di giovani.
Non lo faccio da oltre 10 anni. L’ultimo album, intitolato “L’amore ha un altro colore”, risale al 2011. L’avevo promosso anche in televisione, ma senza dargli la giusta visibilità.
Tra l’altro, in questi anni ho scritto diversi brani per me in collaborazione con l’autrice Alfia Bevilacqua, per cui ho anche il materiale per riprendere. Anche se, a dire la verità, adesso non si pensa più all’album, ma a far uscire una serie di singoli, uno dopo l’altro. Così la gente si crea la compilation personale attingendo dai singoli di diversi artisti.

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