«Grazie a questo tour ho provato di nuovo un amore molto forte per il teatro».
A parlare è l’attore Dino Abbrescia, volto noto al cinema (tra i titoli recenti “Succede anche nelle migliori famiglie” e “Dieci giorni con i suoi”), in televisione (“Distretto di polizia”, “Cops – Una banda di poliziotti”) e appunto in teatro, ambito in cui ha iniziato la sua carriera.
Venerdì 14 febbraio sarà al Teatro Alfieri di Asti con lo spettacolo “Perfetti sconosciuti”, diretto da Paolo Genovese.
Lo spettacolo è l’adattamento dell’omonimo film del 2016. Secondo lei cosa riesce a dare in più il teatro rispetto al cinema?
Al di là del fatto che la vicenda raccontata ha un impianto assolutamente teatrale, dato che si svolge in un unico luogo, presenta un valore aggiunto. Lo spettatore, infatti, può assistere alle reazioni di tutti e sette i personaggi contemporaneamente. Cosa che non avviene nel film, con i suoi tagli e inquadrature. Di conseguenza tutto diventa molto più reale, e paradossalmente più credibile, rispetto al film: lo spettatore è “a cena” con sette attori che stanno vivendo quella situazione.
Ho anche notato che a teatro la storia ha assunto una deriva molto divertente, in quanto il pubblico reagisce ridendo in momenti che ridicoli non sono. Anche di fronte a situazioni drammatiche (per esempio quando si scopre che uno dei personaggi ha tre relazioni), in sala scoppia un applauso, nonostante la tragedia in atto, quasi come fosse un gesto liberatorio, del tipo “Meglio a te che a me” (ride, ndr).
Devo dire, a questo proposito, che non ho mai preso parte ad uno spettacolo caratterizzato da una partecipazione del pubblico così elevata, tanto che commenta qualsiasi aspetto. Mi ritrovo, quindi, nell’opinione di Carmelo Bene, secondo cui il cinema è una cosa morta, nel senso che è stato girato e montato sei mesi prima, mentre il teatro è una materia viva, con persone che in quel momento, e solo in quel momento, stanno vivendo una esperienza insieme al pubblico.
Il cinema è caratterizzato sicuramente dalla magia, ma quella teatrale secondo me è più forte. A patto che lo spettacolo funzioni.
A questo proposito, “Perfetti sconosciuti” è in tour dal 2023…
Sì, questo è il terzo anno, ma si sta parlando del quarto perché si stanno susseguendo ancora serate da tutto esaurito. A Roma, per esempio, siamo stati due settimane e il teatro era sempre pieno.
Lei conosce già il Teatro Alfieri in qualità di ospite e premiato dell’Asti International Film Festival…
Sì, la vostra città ha sempre apprezzato il mio lavoro.
Il cinema
Attualmente lei è anche nelle sale cinematografiche, tra i protagonisti del film “Dieci giorni con i suoi”. Un successo annunciato?
Sì, io e Giulia Bevilacqua rappresentiamo una new entry di questa piccola saga cominciata con “Dieci giorni senza mamma” e continuata con “Dieci giorni con Babbo Natale”. Vestiamo infatti i panni dei genitori del ragazzo che si innamora della figlia della famiglia protagonista, i cui genitori sono impersonati da Fabio De Luigi e Valentina Lodovino. Il film propone un incrocio tra famiglie piuttosto diverse che diverte molto.
Lei è attore di cinema, teatro, televisione. C’è un ambito che sente più suo?
Penso che vada a periodi, dato che non ho una preferenza in assoluto. In passato ho fatto tantissima fiction televisiva, cui però adesso guardo con un po’ di fatica a causa dei ritmi e dei minutaggi.
In questo periodo preferisco prendere parte a tournée teatrali anche lunghe, per esempio da sei mesi, intervallate da altri progetti. Provo di nuovo un amore molto forte per il teatro.
Tra teatro e progetti
Teatro che ha rappresentato l’inizio della sua carriera…
Sì, ho iniziato negli anni Ottanta e Novanta col teatro ragazzi per poi continuare a recitare sul palco per altri dieci anni. Dopodiché mi sono allontanato quando sono entrato nel mondo dell’audiovisivo. Ora sono tornato con moltissima gioia. Certo, è facile dirlo con uno spettacolo di questo livello e con una compagnia eccezionale che mi sta dando tantissimo, anche considerando il momento non molto facile che sta vivendo il cinema in generale.
Il teatro mi ha fatto tornare, ora che ho 58 anni, la voglia di rimettermi in gioco, di recitare.
Un regista italiano con cui le piacerebbe lavorare?
Direi Paolo Sorrentino. Se mi chiamasse a far parte del cast di un suo film mi farebbe molto piacere.
Progetti per il 2025?
Oltre alle date del tour teatrale, ci sono altri progetti, ma non posso ancora svelare nulla.
Il fatto è che noi attori non siamo più in grado di rispondere alla famosa domanda “Progetti per il futuro?” in quanto i nuovi titoli sono molto legati alla disponibilità di fondi, con lavori confermati solo un mese prima di cominciare (mentre in passato lo segnavamo sul calendario l’anno precedente) oppure previsti, ma poi affossati all’ultimo se i fondi non sono più disponibili.
ULTIMI BIGLIETTI PER “PERFETTI SCONOSCIUTI”
Venerdì 14 febbraio, alle 21, andrà in scena “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, con Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina e Valeria Solarino.
Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento del suo celebre film, una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”.
La vicenda è ambientata durante una cena, quando un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo per condividere messaggi e telefonate. Metteranno così a conoscenza l’un l’altro i propri segreti più profondi.
Ultimi biglietti (23 euro intero platea, barcacce, palchi; 18 euro loggione) con visibilità limitata disponibili solo alla cassa del teatro, aperta il martedì e il giovedì dalle 10 alle 17 e nel giorno dello spettacolo a partire dalle 15.
Per informazioni: 0141.399057, www.teatroalfieriasti.it.