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Un Distretto Paleontologico astigianopunto di forza economico e culturale
Cultura e Spettacoli

Un Distretto Paleontologico astigiano
punto di forza economico e culturale

Silenziosamente ma molto tenacemente si fa strada il progetto di un nuovo punto di forza economico, culturale ed ambientale della nostra provincia: l'idea di creare un Distretto Paleontologico.

Silenziosamente ma molto tenacemente si fa strada il progetto di un nuovo punto di forza economico, culturale ed ambientale della nostra provincia: l'idea di creare un Distretto Paleontologico. Forte di una collezione di cetacei fossili condivisa con soli altri tre centri al mondo, l'Astigiano potrebbe fare di questa straordinaria risorsa un'attrazione turistica ma anche scientifica e culturale di primissimo livello, unendo in rete il Comune di Asti dove già ha sede il Museo Paleontologico con gli altri centri in provincia dove sono stati registrati i principali rinvenimenti di balene fossili come Vigliano e Chiusano.

I primi passi di questa ambiziosa idea del Distretto sono stati fatti sabato scorso proprio al Museo ospitato in un'ala dell'ex Michelerio, alla presenza del deputato Paolo Romano, degli assessori regionali Valmaggia e Parigi, dell'assessore comunale Bagnadentro invitati dal commissario dell'Ente Parchi Felice Musto alla presenza di ricercatori di primissimo livello, dei dirigenti del Museo astigiano e del direttore dell'Università di Asti. Di “giacimento paleontologico”, paragonando le balene e i delfini ad un pozzo petrolifero, è il professor Luigi Berzano professore di Sociologia che ha sempre sostenuto l'attività del parco di Valleandona. Un giacimento da sfruttare che potrebbe diventare una sfida economica per una larga fetta di Astigiano, così come confermato da Graziano Delmastro, direttore dell'Ente Parchi.

Grande disponibilità di struttura, strumentazioni, mezzi, e professionalità di ricercatori e docenti è stata quella offerta dal direttore dell'Università di Asti, Francesco Scalfari, anticipando l'obiettivo finale di un master o di un corso specifico sulla straordinarietà della paleontologia astigiana. Disponibilità che arriva anche da Daniele Castelli, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino dove sono ancora custoditi molti dei reperti fossili che nei decenni sono stati restituiti dalle “colline del mare”. Se il Museo Paleontologico appronterà gli spazi adatti e garantirà la corretta gestione dei resti, questi potrebbero essere messi a disposizione per essere esposti. «Il posto ce l'abbiamo – conferma il commissario Felice Musto – ma servono almeno 2 milioni e mezzo per ristrutturare ed allestire l'ex chiesa del Michelerio ».

L'onorevole Romano raccoglie l'impegno a portare a Roma l'istanza cercando una via per convogliare dei contributi su tale progetto ma è Gianfranco Miroglio, ex storico presidente dell'Ente Parchi a fare una proposta innovativa con un appello preciso: «Per portare a termine questo progetto destinato ad avere buone ricadute anche sul tessuto economico locale serve una condivisione allargata e sarebbe auspicabile che anche soggetti privati, che non sia solo la Fondazione Crat, credano in questa idea e investano in essa. Soprattutto quelli che lavorano nel settore dell'accoglienza e della ricettività per i quali si potrebbe pensare anche ad una sorta di certificazione territoriale distintiva e unica al mondo».
Prossima riunione fra un mese in cui tutti gli attori del tavolo di avvio del Distretto si ritroveranno, con la speranza che ognuno, nel frattempo, abbia fatto i suoi “compiti” per dare gambe al progetto.

d.p.

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