«È un’emozione diversa dal solito. Un tipo di concerto, in cui mi esibisco da solo, che faccio ogni tanto».
Così il noto cantautore Claudio Baglioni parla del concerto (che vede da mesi il tutto esaurito) “Dodici note solo” in programma domani (martedì) alle 21 al Teatro Alfieri. Una tappa del tour, partito dal Costanzi di Roma lo scorso 24 gennaio, inizialmente prevista il 17 febbraio, ma poi rimandata a causa della laringite e della positività al Covid dell’artista.
Il tour
“Dodici note solo” comprende in totale 60 date in cui le composizioni più preziose del repertorio di Baglioni sono protagoniste di un racconto in musica, suoni e parole sui palchi di 50 tra i teatri lirici e di tradizione più prestigiosi d’Italia.
Segna anche il grande ritorno della musica dal vivo: la prima vera tournée nei teatri da quando la capienza è tornata al 100%. Un punto di inizio, un importante segnale di ripartenza, per tornare ad ascoltare, vivere e respirare l’emozione di un concerto.
«Rianimare le nostre vite con la musica, dopo il lungo, difficile e doloroso silenzio imposto dalla pandemia – afferma l’artista – significa ritrovare noi stessi, il senso del nostro cammino e dello stare insieme. Le dodici note, l’alfabeto del più universale, profondo e poetico dei linguaggi, costituiscono la chiave per comprendere noi stessi, gli altri e rendere il futuro una casa bella, luminosa, aperta e finalmente degna di essere abitata».
La scaletta
Riguardo, poi, alla scaletta del concerto, Baglioni confida che certe volte vorrebbe «fare la scaletta con un’estrazione a sorte, proprio per non incorrere nella problematica di prendere decisioni. Ho scelto di narrare questo tempo lungo attraverso tre stazioni: quella del passato, del presente e del futuro. Ci sono tre strumenti con tastiera, una è un pianoforte digitale-acustico, le altre due sono macchine da suono. Cerco di creare un racconto attraverso le diverse timbriche e la scelta di alcune canzoni, alcune tra le più popolari, ma altre invece anche di “seconda fila”, cioè quelle che io ritengo tra le cose migliori che sono riuscito a fare, e le snocciolo un po’ come in un calendario al contrario, un orologio che porta indietro le lancette».