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Cultura e Spettacoli
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“Don Chisciotte, la forza dell’immaginazione capace di volare”

Domenica 25 giugno alle 19 e, in replica, lunedì 26 alle 21 allo Spazio Kor di Asti, nell’ambito del Festival Asti Teatro 45, che ha coprodotto lo spettacolo, verrà presentato “Chisciotte”, nuova produzione di Casa degli alfieri/ARchivio TEatralità Popola

Domenica 25 giugno alle 19 e, in replica, lunedì 26 alle 21 allo Spazio Kor di Asti, nell’ambito del Festival Asti Teatro 45, che ha coprodotto lo spettacolo, verrà presentato “Chisciotte”, nuova produzione di Casa degli alfieri/ARchivio TEatralità Popolare.

 

<Montesino! Principe dei giganti! Dove sei? Dove ti sei cacciato? Come faccio a trovarti? Vieni fuori che ti faccio vedere che valore siam, i cavalieri dei torti disfatti…>.

Con queste battute si apriva il testo che Patrizia Camatel aveva cominciato a scrivere sotto dettatura con Luciano Nattino quando, per il grande drammaturgo di Casa degli alfieri, a causa della malattia, era ormai diventato difficile comunicare anche con quel computer con comando ottico cui aveva affidato gli ultimi frutti del suo genio e della sua creatività.

Quel progetto di riscrittura in chiave moderna del grande classico della letteratura, rimasto per qualche anno nel cassetto, ora è diventato realtà. Patrizia Camatel lo interpreterà insieme a Tommaso Massimo Rotella, anche regista.

 

Un nuovo Chisciotte…

Nattino mi ha abituata a scrivere i testi in maniera sartoriale, a cucirli addosso a chi li interpreta. Un lavoro che nasce da uno scambio continuo di contributi e che si arricchisce continuamente di stimoli e suggestioni. Anche il debutto nazionale di domenica non sarà una pura lettura scenica, ma un’altra tappa del processo di creazione in cui il pubblico avrà un ruolo importante.  Ad un certo punto si sentirà anche la voce di Nattino.

 

Qual è la novità?

Non rivelo il finale ma posso dare un’anticipazione. Ho cercato di dare un’originale chiave di lettura, un “sentiero sotterraneo” che alla fine porterà a capire cosa ci fanno insieme quei personaggi e perché.

Sancho Panza è donna, perché questa scelta?

Un desiderio di Nattino, forse per riequilibrare le “due metà” del cielo in un umanità in cui spesso si confondono i ruoli.  Chisciotte è la forza dell’immaginazione, Cloe  (la donna al suo fianco) rappresenta invece, l’aspetto pratico di chi si prende  cura. Lui che è leggero, che vola, ad un certo punto la invita a diventare “aria”, ma lei tiene saldi i suoi piedi per terra.

 

Chi è il nuovo Chisciotte?

Un personaggio fuori dalle righe come deve essere con un fondo di tenerezza. Le sue vicissitudini lo hanno portato a distaccarsi dalla società. Ecco che viene fuori il tema della follia carissimo a Nattino che la vedeva come una forza, una capacità profetica di invenzione.

Due personaggi in scena per raccontare un affresco di umanità…

I bambini quando giocano non hanno bisogno di tanto, io sono quello e tu sei l’altro e poi entra in scena la quinta essenza del teatro, il trasformismo. E’ un po’ come il gioco del caleidoscopio due o tre specchietti e vetrini che ti aprono un mondo e ogni volta che lo giri continui a fare “uao”. Il teatro diventa luogo di abbandono, anche la scenografia è un insieme di oggetti ammassati, non si vedono cavalieri fatti e finiti, né dame o giganti. Anche la scelta di Spazio Kor si rivela azzeccata, con il suo scenario che rievoca un posto fatiscente, abbandonato dalla società un po’ come Chisciotte, quasi un po’ vietato perché nel teatro si accendono i cervelli. Il teatro ha sempre avuto questa funzione: mettere sotto la lente di ingrandimento pungoli, domande. L’attacco al potere è proprio al mondo della cultura.

 

 

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