"Ragazzi, noi tutti dobbiamo imparare a distinguere per non confondere, sapere andare, oltre la superficie alla ricerca della profondità delle cose e delle parole. Altrimenti rischiamo di essere
"Ragazzi, noi tutti dobbiamo imparare a distinguere per non confondere, sapere andare, oltre la superficie alla ricerca della profondità delle cose e delle parole. Altrimenti rischiamo di essere travolti dal vortice delle etichette e dal bombardamento delle cose che non vanno." E' solo uno dei tanti messaggi che il pubblico di oltre mille studenti, attento ed entusiasta, ha ricevuto da Don Luigi Ciotti venerdì scorso al Palasanquirico.
L'incontro, organizzato dalla Fondazione Giovanni Goria in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Provinciale, ha concluso un ciclo di eventi dedicati ai ragazzi delle scuole superiori cittadine. Don Luigi Ciotti ha invitato tutti i giovani a riflettere insieme sul fatto che di fronte ad atti criminali ed atroci, non basta commuoversi, ma bisogna muoversi, esortandoli all'impegno concreto e quotidiano per "fare fatti e non solo parole". Don Ciotti "scuote" così le coscienze, sottolineando con forza come ognuno deve farsi carico della propria parte di responsabilità per giocare in una squadra dove non è l'io che vince, ma il noi.
E' questo "noi consapevole" che deve poi aspettarsi una politica al servizio del bene comune a cui si deve chiedere, perché se la politica non è attenta alla strada e agli ultimi, non è più politica, ma diventa un'altra cosa". L'impegno di Don Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e della Rete di Associazioni Libera, si inserisce nel contesto di un Paese, il nostro, che detiene il primato della corruzione. Il Provveditore agli Studi, Prof. Alessandro Militerno ha ricordato come il patrimonio della criminalità in Italia sia stimato intorno ai 120 miliardi di euro. Don Ciotti ha ricordato come l'attuale governo abbia aperto un tavolo di lavoro che nei prossimi giorni consegnerà la proposta per una serie di interventi per snellire i tempi di confisca dei beni alla criminalità organizzata e si augura che questi vengano approvati nel breve periodo, "perché non c'è più grande schiaffo per un mafioso che vedere i ragazzi del proprio territorio lavorare sui campi confiscati".
Don Luigi è parroco di una parrocchia grande, la strada. E' da qui che inizia e che oggi continua la sua storia, proprio per questo chiede ai ragazzi di tributare un applauso alle forze dell'ordine – che alla presenza del Prefetto dott. Pierluigi Faloni erano rappresentate dal Questore di Asti, dott. Filippo Claudio Di Francesco, dal Tenente Colonnello dei Carabinieri Fabio Federici, dal Capitano Mario Segreto della Guardia di Finanza – che ogni singolo giorno vivono, lavorano e rischiano sulla strada per arginare i comportamenti criminali. Don Ciotti ha chiamato alcuni studenti sul palco vicino a sé, li ha voluti guardare negli occhi per rispondere alle loro domande, dicendo loro parole di speranza.
Don Luigi ha infine lasciato i suoi ragazzi dopo quasi due ore di intervento, con un messaggio sugli esempi del nostro tempo: "Diffidate di chi ha capito tutto, salutateli da parte mia e cambiate strada. Il mio riferimento per la vita sono il Vangelo e la Costituzione".
Alessia Conti