Cerca
Close this search box.
Don Berzano presentazione libro con giovani
Cultura e Spettacoli
Incontro

Don Luigi Berzano: «La Chiesa faccia i conti con la realtà»

Il sacerdote ha presentato il suo ultimo libro “Restare cristiani in diaspora”: «Abbiamo bisogno di andare oltre la struttura rigida e il criterio di territorializzazione»

Partecipata presentazione, venerdì scorso alla Libreria Alberi d’Acqua, dell’ultimo libro di don Luigi Berzano, intitolato “Restare cristiani in diaspora” (Effatà Editrice). A dialogare con l’autore, parroco di Valleandona e già docente di Sociologia all’Università di Torino – sono stati Sisto Borgnino, Maria Vittoria Ghione, Kristina Miroglio e i fratelli Olti e Leandro Marcu, studenti delle scuole medie e superiori.
«L’idea che questo libro crescesse grazie anche alla lettura dei giovani – ha esordito Berzano – mi è stata utile».
Tante le domande poste dagli studenti per esplorare il tema trattato dal libro, a cominciare dall’illustrazione della copertina: una croce formata da puntini colorati che da un lato si dissolvono. «Il significato del disegno è chiaro – ha spiegato don Berzano – diaspora, infatti, significa dispersione delle spore e, in questo caso, i puntini che si allontanano rappresentano cristiani di passaggio. Coloro che, pur non partecipando con assiduità alla messa, presenziano essenzialmente a riti di passaggio come battesimi, matrimoni, funerali. Una differenziazione che interessa tutte le religioni».
La diaspora di cui tratta il libro è quella esistenziale dove, è stato sottolineato, i credenti si trovano a vivere in una società che non ha più nella religione il punto di riferimento principale.

Le riflessioni

Occorrerebbe dunque intervenire con una “rivoluzione liturgica” e di tipo teologico. «Sono queste le grandi sfide dei prossimi anni», ha commentato don Berzano. «Abbiamo bisogno di una chiesa che faccia i conti con la realtà, che abiti la diaspora, che si trasformi e che vada oltre il Concilio di Trento (sedicesimo secolo) quando la Chiesa cattolica, temendo la discesa del Protestantesimo, si diede una struttura rigida come il criterio della territorializzazione».
«Ma oggi – ha osservato l’autore – il territorio è labile, ci si sposta. E anche il fatto che quando ci si raduna si debba seguire il messale è una forma di controllo. Oggi serve una Chiesa intelligente e coraggiosa, come quella del Concilio, ma per fare altre cose».
È probabilmente arrivato il momento di dare nuove espressioni alla Chiesa, dunque, come scrive nella postfazione del libro il vescovo di Pinerolo, Mons. Derio Olivero: “E’ tempo di sognare nuove forme per essere ancora capaci di esprimere la vitalità sempre sorprendente del Vangelo”.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Scopri inoltre:

Edizione digitale