Un granaio della memoria che ha preso la forma di un monologo presentato in prima nazionale allo spazio Kor venerdì sera.
E’ quello ideato, scritto e interpretato da Marco Gobetti sulla straordinaria figura di don Josè Domingo Molas. Un sacerdote salesiano che, giovanissimo, ha visto i disastri della guerra del Chaco in Paraguay dove era cappellano militare e in età matura, nominato rettore della chiesetta di Maria Ausiliatrice al Colle Don Bosco diventerà un punto di riferimento della Resistenza del Nord Astigiano.
L’uomo delle mediazioni, che ha salvato la vita a decine di prigionieri, fossero partigiani o tedeschi e di civili salvati dalle rappresaglie che seguivano ogni volta che un militare tedesco veniva ucciso dalla Resistenza.
Liberamente ispirato al saggio del professor Dario Rei, Gobetti ha scelto la strada della quotidianità per descrivere don Molas. Nel monologo gli episodi ormai passati alla storia si sono alternati ai ricordi di chi “quel prete salesiano straniero” lo ha conosciuto di persona.
Sono i testimoni che, oggi con età fra gli 85 e i 90 anni, allora erano dei bambini. Marco Gobetti li ha incontrati di persona, ad Albugnano e Capriglio, li ha intervistati, filmati, riascoltati fino a fare sintesi dei ricordi genuini passati indenni all’avanzare dell’età.
Così uno di questi bambini di allora, Giuseppe Febbraro, si ricorda quando Tancredi Cambiati, ingegnere che stava seguendo i lavori di costruzione del Colle Don Bosco, morì insieme a Pietro Rosso nell’attacco aereo a Sessant, mentre stavano tornando da Asti insieme a don Molas che era andato a trattare la liberazione dal campo di concentramento di un suo confratello prigioniero.
Quell’auto diventò iconica per chi conobbe il salesiano: gli fu regalata dal pellicciaio Rivella, con villa e produzione a Capriglio e continuò ad usarla a lungo con i fori delle mitragliate sulle portiere. Don Molas che, fra una mediazione e l’altra per salvare prigionieri, trovava l’allegria di “inventare” un cartone animato all’oratorio del Colle incollando i fumetti sul rullo della reprocamera in dotazione.
Don Molas che regalava le caramelle a chi arrivava prima per servire messa e che si era inventato la “girandola della fortuna”. In sala, venerdì, anche una testimone, Maria Capello, una “bambina” raccontata nel monologo di Gobetti, oggi 86enne.
Lo spettacolo sarà replicato venerdì 28 gennaio a Castelnuovo Don Bosco, sotto l’Ala.
(Ago Foto)