Il libro dell’attore Ninni Bruschetta ha presentato il suo libro all’enoteca “La Buta” nell’ambito dell’Asti film Festival
Una pioggia di duecento colpi di Kalashnikov. Così morì il commissario Ninni Cassarà, vittima della mafia.
Il caso (o forse no) vuole che a interpretarlo nel film Paolo Borsellino fu un attore con lo stesso nome, Ninni Bruschetta.
Della delicatezza di quel ruolo, di ciò che provò a vestire questi panni e di molto altro ancora, ha parlato l’attore incontrando il pubblico dell’Asti film Festival –sezione libri.
Bruschetta, oltre a essere un attore affermato è regista e direttore del Teatro Stabile di Messina, sua città natale. Giunto al suo terzo libro, Manuale di sopravvivenza dell’attore non protagonista (Fazi Editore) l’ha presentato stimolato dalle domandedi Roberta Bellesini Faletti e Riccardo Costa.
Un libro che raccoglie esperienze teatrali, televisive e cinematografiche e che critica con sincerità la fiction italiana e il mondo che la sottende. Quella stessa fiction che per anni è stata lo specchio della società italiana e che, probabilmente lo è ancora.
Secondo l’autore, si tratta di una fiction sbilanciata sul ruolo del protagonista e che ha un problema su tutti: la scrittura.
«E’ il lavoro dello sceneggiatore a rendere speciale una fiction. Il problema è che in Italia non si scrive per la Tv. Gli americani invece, scrivono».
Tranchant le parole dell’attore-scrittore che però lascia intravedere un barlume di speranza, o meglio due: La mafia uccide solo d’estate e The young Pope.
In particolare dell’ultima del Premio oscar polo Sorrentino, l’attore dice: «E’ il più bel film di Sorrentino. Perché dei geni il migliore lavoro è sempre l’ultimo».
Alessia Conti