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Musica

Ecco il primo disco di Amedeo Fresia

Con il nome d’arte di Ormedeo Fucsia, il giovane musicista ha pubblicato un lavoro indipendente che riflette la sua identità

Ormedeo Fucsia, nome d’arte di Amedeo Fresia, ventisettenne originario di Monfallito di Castello d’Annone e attivo anche a Torino, ha pubblicato il suo primo lavoro discografico, un ep intitolato “Fucsia”.
Uscito il 5 settembre, il progetto segna un passaggio importante per il giovane musicista, che ha curato in prima persona ogni dettaglio: dalla scrittura agli arrangiamenti, dalle registrazioni fino alla produzione.
Un lavoro indipendente che riflette la sua identità e il suo modo personale di intendere la musica.
La scelta del nome d’arte è già una dichiarazione. «Ho voluto giocare con il mio cognome e trasformarlo in qualcosa che raccontasse i lati più nascosti e infantili di me stesso. Quelli che spesso vengono considerati strani, ma che io voglio trasformare in forza creativa», spiega Ormedeo. «La musica diventa così un terreno di esplorazione intima, tra fragilità e ricordi».

L’ep

Le sonorità di “Fucsia” si collocano nell’orizzonte del dream pop, ma non mancano contaminazioni elettroniche e sperimentali. «Ho cercato un dialogo costante tra bassi profondi e voci delicate, tra la dimensione digitale e quella più emotiva. È un equilibrio che sento molto vicino alla mia sensibilità».
I brani, infatti, nascono tanto dal lavoro in studio quanto dalla pratica dal vivo con basi e controller. Le influenze spaziano tra mondi lontani, ma complementari: Franco Battiato per la profondità lirica e armonica, Sophie per la ricerca sonora e l’innovazione elettronica.
La raccolta comprende sei brani in italiano: “Il bisogno di una propria evoluzione”, “97 percento”, “Anima sola”, “Giochiamo insieme”, “Fuori dal mondo” e “Sintesi”. Ogni canzone affronta un tema legato al rapporto con se stessi e al cammino interiore. «Non voglio che la mia voce domini con forza. Preferisco che accompagni con dolcezza, creando paesaggi emotivi che chiedono ascolto».
Anche il titolo non è casuale. «Ho scelto la parola Fucsia perché rappresenta un colore vivo che esce dall’ordinario. Un invito a mostrare le parti autentiche senza nascondere vulnerabilità e incertezze».

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