Si è rivelato un incontro ricco di gag e battute quello che ha visto protagonista, domenica scorsa nella nuova sede di Letteratura Alternativa Edizioni, il popolare conduttore televisivo e attore Enzo Iacchetti. Invitato dalla casa editrice astigiana, ha presentato “Non è un libro (solo pensieri acidi e non)”, da lui scritto, edito e distribuito con un obiettivo solidale.
In dialogo con Pablo Toussaint, contitolare della casa editrice, ha innanzitutto spiegato il titolo della pubblicazione, legato al fatto che differisce dai libri perché ha un numero di pagine piuttosto ridotto (70), non è un saggio e non ha un costo fisso. «Chi desidera averla – ha ricordato – deve effettuare una donazione». Il ricavato sarà interamente utilizzato per finanziare l’acquisto di una nuova ambulanza per la Croce Rossa Italiana. Tanto che, domenica, erano presenti anche alcuni volontari astigiani dell’associazione.
L’idea del libro
Per poi spiegare l’origine del libro. «Durante il lockdown – ha raccontato Iacchetti – ho annotato pensieri, riflessioni e aneddoti su numerosi fogliettini, appiccicandoli per tutta la casa. Quando poi, grazie alle vaccinazioni, si è vista la luce in fondo al tunnel, ho deciso di raccoglierli e realizzare un libro. Libro che comprende pensieri comici e buffi, riflessioni più serie (ad esempio in riferimento ai morti di Bergamo), poesie, fotografie che mi ritraggono quando ero chiuso in casa. E ancora, racconti e aneddoti riferiti a ciò che vedevo dalla finestra. Io abito vicino all’ospedale Niguarda di Milano e in quel periodo sentivo una sirena di ambulanza ogni sei minuti. Un rumore di terrore, ma anche di speranza. E in quei momenti pensavo a tutti coloro che non potevano essere soccorsi per i più svariati motivi, magari perché non c’erano ambulanze a sufficienza. Così ho pensato di contribuire alla causa».
Tra battute e canzoni
In occasione della presentazione sono state numerose le gag e le battute che hanno divertito il pubblico. Ad esempio, Iacchetti ha raccontato di quando, chiuso in casa con il suo cane Lucino durante il lockdown, ha scoperto che l’animale “era in grado di parlare. «La prima volta che ha parlato – ha raccontato – è stata quando stavo guardando un telefilm in cui un poliziotto era stato colpito da un’arma da fuoco e il collega, accanto a lui, gli ripeteva: “Non ti preoccupare, andrà tutto bene”, e dopo pochi minuti è morto. Altro telefilm, scena simile. La moglie era al capezzale del marito: “Non mi lascerai, andrà tutto bene”. E il marito poi è morto. Allora mi è parso di sentire Lucino che diceva: “Non è che tutti gli striscioni appesi ai balconi con quella frase portano sfortuna?”. Ma quando gli ho chiesto se era stato lui ad intervenire, ha fatto finta di nulla».
E’ stato poi un susseguirsi di aneddoti buffi, “preghiere” per evitare che non si ripetano situazioni del tipo «le persone che guidano con la mascherina in auto, anche se sono da sole, e quando scendono si dimenticano di slacciare la cintura di sicurezza». Oppure per evitare «coloro che, in coda al semaforo, suonano il clacson anche se è ancora rosso».
Per poi abbracciare la chitarra e proporre canzoni della durata inferiore al minuto, come quella intitolata “Chissà se le stelle per esprimere un desiderio aspettano che cada la terra”.
Il ricordo di Giorgio Faletti
Iacchetti ha terminato l’incontro ricordando un grande amico. «Giorgio Faletti – ha confidato – ha fatto la gavetta con me e ha avuto successo prima di me, ma non è stato fortunato. Citava la sua Asti come un tesoro che aveva nel cuore, anche se gli Astigiani, forse, parlano maggiormente di lui ora che è morto rispetto a quando era vivo».