Periodo intenso e ricco di debutti in nuovi ruoli per la cantante lirica astigiana Erika Grimaldi, considerata fra i soprani più affermati della sua generazione.
Tra i fitti impegni che la porteranno in diversi Paesi del mondo, la stagione 2024/2025 la vede per la prima volta nel ruolo di Amelia in una nuova produzione di “Un ballo in maschera” all’Opera di Zurigo e in quello di Cio-Cio-San in “Madama Butterfly” all’Opera National de Chile a Santiago del Cile. A seguire, fra gli impegni delle stagioni successive, si può anticipare il debutto nel ruolo di Abigaille nel “Nabucco” al Theater Bonn in Germania.
Erika, dove si trova attualmente?
Sono a Zurigo per il debutto nel ruolo di Amelia in una nuova produzione del “Ballo in maschera” di Verdi, messa in scena dalla regista Adele Thomas, con cui lavoro per la prima volta.
Devo ammettere che ha svolto un lavoro meraviglioso, aderente al libretto e basato, in parte, su movimenti scenici a ritmo di musica. Ama molto, infatti, far partecipare i danzatori, per cui noi cantanti siamo invitati a muoverci a ritmo pur rimanendo “dentro al personaggio”. Un modo per dare brio allo spettacolo.
Peraltro è una regia ricca di particolari relativi ai momenti in cui non cantiamo, ma rimaniamo in scena. Stancante, ma divertente.
Quante recite prevede?
In totale dieci. Abbiamo cominciato domenica 8 dicembre per terminare il 19 gennaio, mentre le prove sono cominciate a fine ottobre.
La prima data è stata un successo. Il pubblico ha apprezzato l’aderenza alla tradizione, nonostante in questi teatri gli spettatori siano abituati alla modernità della messa in scena.
I nuovi ruoli
Il “Ballo in maschera” è solo uno dei suoi numerosi debutti che caratterizzano la stagione 2024/2025…
Sì, come l’anno scorso. E’ un periodo in cui è tutto nuovo, per cui sto studiando tanto. Due anni impegnativi, in cui non ho mai potuto rilassarmi un attimo, ma al contempo caratterizzati dalla gioia di esibirmi in nuovi ruoli e farli miei.
Aveva in programma di interpretare questi ruoli nella sua carriera?
No, perché la mia vocalità mi faceva pensare ad altro. Tuttavia sono arrivate più proposte inerenti lo stesso repertorio, diciamo da lirica spinta, per cui ho cominciato con prudenza, impegnandomi in un lavoro certosino sia in autonomia sia seguita dalla mia insegnante.
Mi sono allora resa conto che potevo esprimere tantissimo in questo repertorio che ora è diventato il mio. Penso che l’ampliamento sia arrivato al momento giusto, nel periodo della maturità in cui so dove “buttarmi” e dove essere prudente grazie agli anni trascorsi sul palcoscenico. Uno studio partito con grande anticipo perché volevo che questi ruoli maturassero vocalmente.
Quali ruoli ha trovato più complicati?
Guardandomi indietro, sicuramente il lavoro più impegnativo ha riguardato l’“Aida” di Verdi, una parte che definirei mastodontica, e la “Manon Lescaut” di Puccini, con cui sono già andata in scena due volte.
A questo riguardo un aspetto molto interessante è che, quando si ritorna sul palco con lo stesso ruolo, si provano sensazioni diverse rispetto alla prima volta, quando la parte non era ancora maturata. Si percepisce la fluidità ed è bellissimo.
Quale opera le è rimasta finora maggiormente nel cuore?
Sicuramente l’“Andrea Chénier” di Umberto Giordano, con cui sono andata in scena la prima volta nel 2022 a Bologna – peraltro in occasione dell’ultimo spettacolo ospitato in quel meraviglioso teatro comunale, poi chiuso per ristrutturazione – che ha rappresentato per me una via di passaggio tra il repertorio precedente e quello attuale. E’ stata una grande sfida con me stessa e il pubblico, cui sono molto affezionata. Un ruolo bellissimo per il quale non sapevo se sarei stata all’altezza e che mi ha vista sul palco una seconda volta qui a Zurigo lo scorso luglio, anche se non in forma scenica ma di concerto.
I progetti futuri
In una passata intervista al nostro giornale aveva affermato che le sarebbe piaciuto cimentarsi con il cosiddetto “bel canto”, riferendosi a compositori come Bellini e Donizzetti…
Se mi arrivasse qualche proposta la prenderei sicuramente in considerazione, in quanto il bel canto fa bene alla voce. Il fatto è che non è molto presente nel mio repertorio.
Il suo calendario è fitto di impegni per la stagione in corso e quella successiva…
Sì, gli appuntamenti da qui a due anni sono numerosi. Sono contenta perché posso pianificare con anticipo lo studio e organizzarmi con calma, dato che l’organo fonatorio deve avere il tempo di metabolizzare ciò che si va a cantare sul palco.
IL CONCERTO DI NATALE
Lunedì 23 dicembre, alle 21 nella parrocchia SS. Annunziata di Montaldo Scarampi, il soprano Erika Grimaldi sarà protagonista del Concerto di Natale con la Corale di Montaldo Scarampi. Con la direzione di Giuseppe Elos, saranno anche coinvolti Serena Correggia al flauto, Marina Delle Piane al pianoforte e Marco Gianotto all’organo.
Il concerto è organizzato dalla Pro loco, con il patrocinio di parrocchia e Comune e il sostegno di Animal House e Forno Mobili.
Ingresso libero. Le offerte raccolte saranno devolute per il restauro della chiesa.