«Torno al Teatro Alfieri dopo alcuni anni con un concerto nuovo, in cui mi presenterò con una veste diversa».
Così il soprano astigiano Erika Grimaldi, protagonista di una prestigiosa carriera che l’ha portata ad essere conosciuta in tutto il mondo e a cantare con i più grandi direttori d’orchestra, annuncia lo spettacolo che la vedrà protagonista domenica 12 dicembre alle 17 al Teatro Alfieri, accompagnata dal pianista Sebastian Roggero (ingresso 10 euro; per prenotazioni 0141/399057).
Quando si è esibita l’ultima volta prima della pandemia?
A Milano, nel novembre del 2019, per un “Requiem” di Verdi. Poi mi sono vista cancellare tutti gli spettacoli successivi. E’ stato, ed è attualmente, un periodo dominato dal “punto interrogativo”.
Come lo sta trascorrendo dal punto di vista professionale?
Sicuramente mi mancano i viaggi e il palcoscenico, che hanno fatto parte della mia vita per anni. Comunque ho sempre studiato per mantenermi pronta a nuovi progetti, anche perché non ne posso fare a meno: è la mia passione, oltre che un lavoro.
Si è esibita in streaming quando i teatri erano chiusi?
La scorsa primavera, con il tenore Enrico Iviglia, ho preso parte ad un concerto di musica sacra dal titolo “Multitudinis celebrantis” nella collegiata di Santa Maria Maggiore a Novi Ligure. Non era presente il pubblico e il concerto è stato trasmesso in streaming. Sicuramente l’effetto – per noi artisti e per gli spettatori – è stato diverso rispetto agli eventi in presenza. Comunque ha consentito alla gente interessata di respirare una ventata di arte e cultura e a noi artisti di esibirci.
Il ritorno sul palco
Cosa prova nel tornare sul palco e cosa proporrà?
Sono molto contenta di esibirmi e ho deciso di proporre arie nuove. In questi anni, anche per effetto delle due gravidanze, la voce si è imbrunita, consentendomi di affrontare un repertorio che prima non mi ero mai osata avvicinare perché non era ancora il momento. Un “salto” legato al corpo e allo sviluppo, peraltro non scontato. Adesso, quindi, posso cantare ruoli più drammatici che fanno parte del repertorio della maturità dei compositori. Accontentando, così, tutti coloro che da tempo me lo chiedevano. Sono tutte arie molto conosciute, che vedono protagoniste eroine che qualunque soprano ha il desiderio di cantare. E che, per la complessità dei personaggi dal punto di vista psicologico, richiedono esperienza affinché l’interpretazione sia ottimale.
Insomma, vivrò il concerto di domenica con una grande emozione, come se fosse un debutto.
Ci può anticipare qualche titolo?
Posso dire che i compositori da cui attingerò sono diversi, in particolare Verdi, Puccini e Cilea. Poi proporrò anche arie di operette e canzoni brillanti del repertorio italiano classico mai proposte prima.
Manterrà il suo repertorio precedente?
Sì. Il mio repertorio non sarà stravolto, ma solo ampliato con nuovi ruoli.