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Cultura e Spettacoli

Fasano (Israt): “Probabilmente questo sarà il mio ultimo intervento pubblico”

La ricercatrice è intervenuta in occasione del convegno sui 35 anni dell’istituto storico che si è tenuto ieri a Palazzo Mazzetti

Il convegno Israt

Ha avuto il sapore di un commiato l’incontro che si è svolto ieri (giovedì) a Palazzo Mazzetti per celebrare i trentacinque anni di attività dell’Israt (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Asti).
L’Istituto – consorzio che comprende oltre 50 Comuni, capoluogo compreso, e la Provincia di Asti – dalla fondazione nel 1984 si è occupato di editare in proprio pubblicazioni, ideare mostre e rappresentazioni teatrali, promuovere convegni e corsi di aggiornamento per docenti, organizzare attività formative per studenti, indagare sui misteri d’Italia, oltre ad aprire piccoli musei (la Casa della Memoria a Vinchio e la mostra permanente dell’aeroporto partigiano a Vesime). Conta due dipendenti in pianta stabile –  il direttore Mario Renosio e la ricercatrice Nicoletta Fasano – e, come ha sottolineato il presidente Mauro Forno, “è il più importante Istituto pubblico tra i sette del Piemonte”.

Gli interventi

Il convegno si è svolto in un salone gremito e ha avuto momenti di ricordo, di commozione e di rabbia. Ad aprire gli interventi, moderati daForno, è stato il presidente onorario Lucio Tomalino, seguito da Gianluca Cuniberti, vicedirettore alla Ricerca. Molto applaudito poi l’intervento di Laurana Lajolo, primo direttore scientifico dell’Istituto che ne ha ripercorso la storia, dalla sua prima sede nella Sinagoga a quella attuale di Palazzo Ottolenghi. “Un istituto pubblico – ha sottolineato – vicino alla gente anche fisicamente, quindi, un ente di ricerca in continuo divenire, un valore per i cittadini e per il Comune cui hanno contribuito in tanti”.
Laurana Lajolo ha poi ricordato che la riduzione di finanziamenti, decisa dall’attuale Amministrazione comunale, potrebbe compromettere lo sviluppo del lavoro e creare un impoverimento del tessuto civile. In sede di bilancio preventivo 2020, infatti, il Comune di Asti ha stabilito il dimezzamento dei contributi all’istituto storico, pari a circa 22mila euro (proponendo al contempo di andare incontro alle esigenze dell’istituto con la copertura di alcuni costi vivi a livello di gestione).
Molto seguita anche la relazione del direttore Mario Renosio, che ha voluto ringraziare i ragazzi delle scuole, gli insegnanti e i tanti volontari che negli anni hanno reso grande l’Istituto. “Una comunità di persone con una comunità di intenti”, li ha definiti. Ma il momento che ha toccato di più le corde dell’emozione si è avuto durante il breve intervento della ricercatrice Nicoletta Fasano. “Probabilmente questo sarà il mio ultimo intervento pubblico per l’Istituto – ha detto commossa, sostenuta da un applauso – perché mi vedrò costretta a lasciarlo ed è molto dura. E’ la dimostrazione che i tagli non sono indolore ma sono anche questo: l’obbligo di fare delle scelte, di abbandonare un lavoro in cui si è messo forza, energia e umanità”.
“In questo modo – è intervenuta Laurana Lajolo, rivolta ai rappresentanti delle Istituzioni – si sta sacrificando una professionalità scientifica che è sempre stata a disposizione della gente”.
Emozione anche negli interventi di Claudio Dellavalle, presidente dell’Istituto di Torino, e Paolo Pezzino, presidente Istituto nazionale Parri.
Critico poi Luca Quagliotti, segretario generale provinciale Cgil, che ha comunicato la raccolta già effettuata di 5.000 euro a favore dell’Istituto, “cui sicuramente si aggiungeranno altre donazioni”. E, nello stesso tempo, ha affermato che “oggi si è deciso di chiudere l’Israt. Temo che nel 2025 quest’Istituto non ci sarà più ed è una scelta sbagliata che altri hanno voluto fare”.
Ha terminato le relazioni l’insegnante Giovanna Cravanzola che ha rimarcato come l’Istituto sia da sempre un’importante presenza, quasi quotidiana, nelle scuole.

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