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Dini Filippo
Cultura e Spettacoli
Intervista

Filippo Dini: «Racconto una storia al femminile»

Il regista presenta lo spettacolo da lui diretto “Agosto a Osage County”, tratto dal testo di Tracy Letts, in scena stasera al Teatro Alfieri

«Avevo il desiderio di raccontare una storia al femminile. Questo spettacolo me ne ha dato l’occasione».
Così Filippo Dini, attore e regista residente al Teatro Stabile di Torino dal 2021 – parla di “Agosto a Osage County”, lo spettacolo che ha diretto e che lo vede anche sul palco, protagonista di una tournée invernale avviata a metà ottobre a Pistoia. Stasera (giovedì) andrà in scena alle 21 al Teatro Alfieri, nell’ambito della Stagione teatrale.
E’ la prima versione italiana del testo del drammaturgo Tracy Letts, vincitore del Premio Pulitzer nel 2008. Con un cast che vede protagonisti, tra gli altri, Anna Bonaiuto e Manuela Mandracchia, per una produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, racconta un dramma familiare in cui l’aridità del contesto – l’estate afosa delle grandi pianure dell’Oklahoma – si specchia con quella interiore dei protagonisti.
Nella contea di Osage, in Oklahoma, vivono Violet e suo marito Beverly Weston, poeta alcolizzato. Un giorno l’uomo scompare misteriosamente e la famiglia si riunisce precipitosamente, riportando a galla vecchi ricordi spiacevoli. Il ritrovamento del cadavere e il suo funerale daranno il via ad una divertente resa dei conti.
Dini, stasera (giovedì) sarà ad Asti con il suo ultimo spettacolo. Conosce il Teatro Alfieri?
Vi ho recitato solo una volta in uno spettacolo non diretto da me. Però ad Asti abita una mia zia, per cui conosco bene la città, cui sono molto affezionato, e ho anche avuto modo di assistere al Palio.
Il suo spettacolo è la prima versione italiana del testo di Letts. Quando e perché si è innamorato di questo lavoro?
Inizialmente ho visto il film tratto dal testo teatrale, intitolato “I segreti di Osage County”, caratterizzato da un cast di rilievo, dato che le protagoniste sono Maryl Streep e Julia Roberts. Il film mi ha molto intrigato, dato che da alcuni anni sono molto interessato al tema della famiglia, centrale e scottante nella società attuale, tanto da essere un cavallo di battaglia di tutti i politici, di destra e sinistra, anche se poi nessuno affronta mai la questione.
Dopodiché ho scoperto che era tratto da un testo teatrale vincitore del Premio Pulitzer, per cui mi ha sempre più incuriosito. L’ho letto e l’ho trovato straordinario, in quanto presenta caratteristiche che il film non restituisce appieno, dato che è a tutti gli effetti un film drammatico. Il testo teatrale, infatti, è permeato da una ironia che suscita il sorriso, o addirittura la risata, del pubblico in sala.
È quindi questo l’aspetto che rende lo spettacolo una commedia, nonostante metta in scena momenti di rancore e crudeltà?
Sì, l’ironia consente un sorriso e uno sguardo benevolo verso i personaggi nonostante la loro crudeltà. La grande tragedia, nell’arte ma soprattutto in teatro, ha sempre un velo comico e ridicolo, perché smaschera le nostre fragilità.
Da questo punto di vista, così come per il tema, questo testo ricorda molto l’opera di Anton Čechov. Rappresenta infatti l’ultimo anello di un filone meraviglioso che attraversa autori come Ibsen, Čechov appunto, Pirandello ed Eduardo. Ovvero il dramma borghese, che si concentra sulla dinamica familiare.

I personaggi in scena

Lei è anche in scena. Quale personaggio interpreta?
Il marito della figlia maggiore, Bill, che nel film è interpretato da Ewan Mc Gregor.
I personaggi principali sono donne…
Sì, le grandi protagoniste sono due donne: la madre e la figlia maggiore. Al centro c’è, infatti, una storia molto al femminile, che vede protagonisti personaggi “in rosa” scritti con grande amore e abilità. In questa storia le donne la fanno da padrone, cosa insolita soprattutto in teatro. E devo dire che tutte le attrici sono state in grado di rendere molto italiana una storia americana.

Gli altri progetti

Esulando dallo spettacolo… Lei ha lavorato non solo a teatro, ma anche in televisione (oltre che al cinema). Ad esempio è stato fra gli interpreti della fortunata serie televisiva Rocco Schiavone. Quali, secondo lei, i punti di forza di questa produzione?
Innanzitutto la scrittura di Marco Manzini, molto affacinante, quindi la bravura del protagonista Marco Giallini e dell’intero cast, e infine l’impronta che hanno lasciato i registi che si sono avvicendati alla direzione.
Nei prossimi mesi in quali ambiti la vedremo impegnato?
Oltre ad alcuni progetti che non posso ancora svelare e alla tournée di questo spettacolo, in programma fino a febbraio, a maggio sarò a Genova con “Il coraggio di Victor”, per la regia di Davide Livermore, mentre a giugno, al Carignano di Torino, dirigerò “Romeo e Giulietta”, con gli allievi della scuola del Teatro Stabile di Torino, nell’ambito della rassegna “Prato inglese”.

Biglietti

Biglietti: 23 euro platea, barcacce, palchi (20 euro ridotto); 18 euro loggione (15 euro ridotto). Riduzioni previste per ragazzi sotto i 25 anni e ultra65enni, tesserati Spazio Kor, Biblioteca Astense, Trenitalia, FAI e Abbonamento Musei. Biglietti disponibili presso la biglietteria del Teatro Alfieri e online su www.bigliettoveloce.it. Per informazioni: tel. 0141.399057.

Nella foto in alto, Filippo Dini in uno scatto di Luigi De Palma

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