Domani (giovedì), alle 18 al Castello di Cisterna, la scrittrice astigiana Franca Garesio Pelissero presenterà il libro “Ci piaceva ballare nonostante la guerra”, romanzo ambientato nelle campagne astigiane e tratto da un episodio realmente accaduto nel marzo del 1945.
Il romanzo è l’ultima fatica di Franca Garesio, autrice di articoli, saggi e romanzi: nel 2003 ha pubblicato “I segni del tempo”, poi “Ricordati di Villa. Amministrazione, opere e curiosità: dalla Repubblica giacobina alla Repubblica italiana”, nel 2011 “Quando suonava l’Ave Maria”, nel 2017 “La straordinaria vita di Maria Luigia”, nel 2019 “Pane e pere a colazione”.
L’autrice
Franca Garesio è originaria di Cinaglio e proviene da una famiglia contadina in cui la cultura è sempre stata considerata con rispetto e come strumento per crescere. Laureatasi in Lettere, ha poi scelto la strada dell’insegnamento e, raggiunta la pensione, le è parso naturale continuare a fare ricerche e raccontare i frutti del suo lavoro. L’attenzione e la memoria si sono volte al mondo che meglio conosceva e che oggi vede scomparire: la campagna e la realtà sociale ed umana che la caratterizzava, comprese le tradizioni. Le vicende di tanti personaggi, solo apparentemente poveri, sono state uno stimolo a raccontare com’era la vita di un tempo non remoto.
I romanzi
«L’Ave Maria della sera – spiega Franca Garesio – era un momento di raccoglimento, ma anche il segno di una fede semplice e profonda, mentre il pane e le pere erano la colazione di tanta gente che non aveva molto altro da mettere in tavola. Nei paesi si viveva in una comunità dove tutti sapevano quel che accadeva e lo condividevano, nel bene e nel male: quando succedeva qualcosa di diverso se ne parlava a lungo e tutti avevano la loro spiegazione. Il mio ultimo libro si ispira proprio ad un episodio accaduto l’8 marzo 1945, quando nei paraggi di Cinaglio venne ucciso un ufficiale di collegamento inglese, John Keany, incaricato di consegnare un pacco di denaro ai partigiani. Ufficialmente la responsabilità fu data ai Tedeschi, ma ci fu qualcuno che sottovoce cominciò a fare delle ipotesi, spuntò qualche nome e per qualche tempo se ne parlò. Poi finì la guerra e tutto tacque.
Il fatto in sé rappresenta un vero e proprio mistero, ma alla fine del romanzo emerge il colpevole, ovviamente di fantasia. Gli ingredienti della vicenda mi sono parsi un ottimo spunto per la mia storia».
Il libro di Franca Garesio sta ricevendo consensi di pubblico e di critica, tanto da essere in lista tra i finalisti del premio “Augusto Monti” che sarà consegnato a Monastero Bormida.