E’ stata una presentazione in perfetto stile Luca Bianchini, lo scrittore che compra 7 penne alla volta, quella che si è svolta sabato pomeriggio nella nuova residenza culturale FuoriLuogo
E’ stata una presentazione in perfetto stile Luca Bianchini, lo scrittore che compra 7 penne alla volta, quella che si è svolta sabato pomeriggio nella nuova residenza culturale FuoriLuogo. Era ad Asti per presentare il suo ultimo libro, “Nessuno come noi” edito da Mondadori . In molti sono andati ad ascoltare l’autore di “Io che amo solo te”, il libro divenuto film per la regia di Marco Ponti, che gli ha dato un ulteriore allungo di popolarità.
Di libri ne ha scritti molti e ha iniziato la sua presentazione astigiana leggendo tutti gli incipit. La casa e il meteo sono i temi ricorrenti. “ «Siamo a Fuoriluogo e anche la conversazione deve essere in tema», ha precisato Bianchini al pubblico e a Davide Ruffinengo che lo ha accompagnato nella presentazione.
Irriverente, ironico e brillante. L’ultimo libro, ambientato nel 1987, racconta la storia di Vince e Cate, due adolescenti che frequentano il liceo “Majorana” di Moncalieri, quello che ha frequentato lo scrittore nella realtà. Intorno a loro Bianchini ritaglia un mondo di adolescenti dove tutto sembra immortale, tutto è per sempre. Dove alcuni hanno moti d’invidia per il compagno paninaro che indossa il Moncler rosso nuovo di zecca, ma si fanno forza ugualmente con l’unica cintura El Charro che possiedono, cercando di esibirla il più possibile.
Per i figli di papà e per i figli di chi fa il doppio turno alla Fiat, la colonna sonora è sempre la stessa. E’ quella degli Europe, dei Duran Duran ancora inviolata dagli squilli dei telefonini. L’autore racconta che c’è molto di autobiografico nel suo ultimo lavoro. Cresciuto a Nichelino, Luca Bianchini inizia a scrivere questo libro quando gli capita fra le mani il suo vecchio diario con la copertina di Linus. Nelle parole di trent’anni fa si ritrova buffo e un po’ insicuro. «Per scrivere questo libro ho chiamato i miei vecchi compagni di scuola e li ho fatti raccontare di quel periodo». E ridendo ha aggiunto: «Ho capito che i ricchi non hanno memoria mentre il meno ricco desidera, e quindi memorizza tutti i dettagli».
Colpito dall’attenzione del pubblico, lo scrittore si è rivolto poi alla platea suggerendo ironico: «Potreste gemellarvi con Trieste per il silenzio e l’attenzione. Non sono abituato a fare incontri dove ascoltano veramente!». Bianchini si è detto convinto che si debba «andare via dalle feste quando c’è ancora un po’ di festa». Così, dopo avere parlato con tutti e firmato dediche sul suo libro – si dice scriva dediche bellissime – ha lasciato la festa.
Alessia Conti