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Mauro Forno analizza il volume
Cultura e Spettacoli

Mauro Forno analizza il volume

“Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore” che è stato anche recensito sulla rivista il Platano da Emanuele Bruzzone, viene qui recensito da Mauro Forno. “La

“Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore” che è stato anche recensito sulla rivista il Platano da Emanuele Bruzzone, viene qui recensito da Mauro Forno. “La pubblicazione di un libro è sempre una buona notizia, a maggior ragione quando l’obiettivo è di approfondire la conoscenza di una figura significativa della politica italiana e di una fase assai difficile della sua storia, di poco precedente al crollo della cosiddetta Prima Repubblica. Il volume, firmato da Francesco Marchianò e Paolo Giaccone, traccia le tappe essenziali del percorso politico di Giovanni Goria, da dirigente locale di partito a giovanissimo parlamentare, a ministro del Tesoro, a presidente del Consiglio. E lo fa sforzandosi di calare la figura del politico astigiano nel suo tempo, cercando contestualmente di evitare – o comunque di limitare – le tentazioni agiografiche.

Nella prima parte del lavoro viene ricostruito il contesto sociale, politico ed economico di un paese alla prese con una grave crisi di transizione, all’interno del quale Goria – nella veste di ministro del Tesoro – tentò soprattutto di sollevare il problema di una finanza pubblica ormai fuori controllo e di una conseguente esigenza di «risanamento» (termine che gli italiani impareranno a conoscere molto bene nei decenni successivi). Fu una stagione in cui si espresse, tuttavia, anche un altro volto di Goria: non solo quello del freddo amministratore della finanza pubblica ma pure quello dell’uomo attento alla dimensione solidaristica (retaggio di una sensibilità maturata all’ombra degli entusiasmi per il Concilio vaticano II e per le tematiche pacifiste) e ai principi dell’equità fiscale, coltivati nelle file della sinistra di Base democristiana. Una delle espressioni esemplari di questa sua particolare dimensione fu, nel 1986, il cosiddetto «piano casa», voluto per sostenere le classi lavoratrici nell’acquisto di un’abitazione.

Più attenta a una dimensione biografico-politica è la seconda parte del volume, che dagli anni della formazione politica conduce il lettore sino alla breve stagione di guida del governo, durante la quale Goria dovette confrontarsi con una serie di questioni e di problemi molto seri: l’alluvione della Valtellina del luglio 1987 (avvenuta ancora prima del suo giuramento), l’attacco dei pasdaran iraniani al mercantile Jolly Rubino (poi seguito dalla missione militare italiana di pattugliamento del Golfo Persico), le polemiche sull’ora di religione, il referendum antinucleare. Per non parlare dei duri attacchi che gli vennero lanciati dagli stessi alleati di governo e persino dal suo partito, la Democrazia cristiana, che lo accusava – tra l’altro – di eccessiva vicinanza alle posizioni del Partito socialista. Deputato europeo del 1989, Goria sarà ancora, dal 1991, ministro dell’Agricoltura del VII governo Andreotti (nella cui veste disporrà, fra l’altro, il commissariamento della Federconsorzi) e, dal 1992, ministro della Finanza del I governo Amato, ultimo passaggio politico di un’esperienza dal triste epilogo. Il 19 febbraio 1993, infatti, egli rassegnerà le dimissioni – gesto tradizionalmente poco diffuso tra la classe politica italiana – per difendersi in sede giudiziaria da una vicenda, su cui il volume si sofferma nella parte finale, legata al suo ruolo di membro del collegio sindacale della Cassa di Risparmio di Asti.

Avendo qualche anno fa seguito – assieme all’amico e collega Bartolo Gariglio – una tesi di laurea dedicata proprio all’esperienza del politico astigiano e tendendo, per «deformazione professionale», ad augurarmi continui sviluppi delle ricerche, auspico che questo bel volume possa costituire il primo di una serie di lavori che indaghino ulteriormente il tema, superando una certa tendenza degli autori a servirsi soprattutto delle fonti per così dire «istituzionali» (i discorsi ufficiali, le interviste, le apparizioni televisive, gli articoli di giornale), mentre ulteriori – interessanti – indicazioni ci potrebbero forse giungere dall’analisi dei preziosi carteggi conservati nell’Archivio della Fondazione Goria di Asti.

Mauro Forno

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