Cerca
Close this search box.
Garesio Pelissero ci piaceva ballare nonostante la guerra
Cultura e Spettacoli
Biblioteca Astense

Garesio Pelissero: «Il paese era una famiglia e la piazza ne era il cuore»

La scrittrice è stata ospite della rassegna Passepartout en hiver per presentare il suo romanzo “Ci piaceva ballare nonostante la guerra”

Primo appuntamento molto affollato quello con “Passepartout en hiver”, svoltosi domenica scorsa alla Biblioteca Astense.
La rassegna – che prevede incontri con autori del territorio, intitolata quest’anno “Storie di famiglia” – ha avuto ospite la scrittrice Franca Garesio Pelissero, con il libro “Ci piaceva ballare nonostante la guerra” (Edizioni dell’Orso), che ha dialogato con il giornalista Carlo Francesco Conti e con il critico e conduttore radiofonico e televisivo Steve Della Casa. A partecipare anche l’artista selezionato dalla Cna (associazione di categoria che promuove l’evento insieme alla biblioteca), l’illustratore Cristiano Carillo, conosciuto anche con lo pseudonimo “Lupo”, che ha presentato un emozionante cortometraggio a tema.
«Questo romanzo appartiene alla categoria dei romanzi storici – ha esordito Conti – ma con doppia prospettiva, essendo ambientato negli anni ‘44/’45 e poi trent’anni dopo».

La storia

La storia, basata su fatti reali, si svolge infatti in un paese rurale dell’Astigiano e racconta di un gruppo di amici che si ritrovano negli anni ’70 a rievocare la loro adolescenza nel periodo della Seconda guerra mondiale. Pagine che riportano il mondo dell’epoca, tra tradizioni e contrasti (come quello tra cultura contadina e cittadina), dando spazio anche al mistero intorno alla scomparsa di un capitano irlandese.
Tra i tanti personaggi il libro racconta anche del professor Evaristo, zio di Steve Della Casa. «E di Cesarina, che insegnava italiano – ha detto Pelissero – e che, solo a volume pubblicato, ho saputo essere la mamma di Steve».
L’autrice ha raccontato dell’eccezionalità di essere insegnanti donne negli anni ’40 e l’episodio dell’uccisione del capitano, «a cui, nel romanzo, ho cambiato nome per non urtare la sensibilità di eventuali parenti».
Un romanzo frutto di ricerche e di interviste «su cui io ho ricamato» , ha precisato l’autrice. «Un misto di cultura, tradizione e superstizione. Il paese era una famiglia, con il bene e il male delle famiglie, e la piazza ne era il cuore. Tutto avveniva lì, dai pettegolezzi alle feste».
Della Casa ha quindi ricordato un aneddoto riferito alla mamma Cesarina. «Odiava il suo nome – ha confidato – per cui si faceva chiamare Cece o al massimo Claudia. Si firmava così e per questo motivo non prese lo stipendio per sei mesi». Per poi concludere: «“Ci piaceva ballare nonostante la guerra” è un romanzo in cui mi sono ritrovato – ha concluso – che unisce alcuni fatti che ho sentito con cose che ho pensato».
Per saperne di pià sulla rassegna clicca qui.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Scopri inoltre:

Edizione digitale