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Poretti Giacomo Funeral Home
Cultura e Spettacoli
Intervista

Giacomo Poretti: «Vi farò ridere parlando della morte»

Il popolare attore sarà in scena stasera al Teatro Alfieri con lo spettacolo “Funeral Home” insieme alla moglie Daniela Cristofori

«In questa fase della vita mi piace sicuramente di più il teatro, di cui amo il rapporto diretto con il pubblico».
Giacomo Poretti, attore e componente del trio comico “Aldo, Giovanni e Giacomo”, non nasconde la sua attuale predilezione per il palcoscenico alla vigilia dello spettacolo “Funeral Home”, che lo vedrà recitare al Teatro Alfieri stasera (mercoledì) con la moglie Daniela Cristofori.
Protagonista di una brillante e ormai solida carriera – a livello individuale e come componente del trio, che ha festeggiato nel 2021 i 30 anni di unione – è ormai un volto molto noto in televisione, al cinema e in teatro.
Gli abbiamo rivolto alcune domande per saperne di più sulla tappa della tournée teatrale e i progetti futuri.
Lei sarà ad Asti stasera. Al Teatro Alfieri era già venuto nel 2019 con “Fare un’anima”. Allora uno spettacolo collegato al concetto della vita. Ora, con “Funeral Home”, parla di morte.
Che tipo di spettacolo si deve attendere il pubblico?
Innanzitutto una commedia, perché, a dispetto del tema, “Funeral Home” fa molto ridere e divertire ed è giocato su questa chiave. Molti comici hanno sfidato l’argomento della morte, che sembra intrattabile. In realtà l’ironia consente di parlare di tutto. E poi, siccome al centro dello spettacolo c’è anche il tema della vecchiaia, la commedia presenta anche un risvolto molto poetico che, ora, non posso rivelare.
Sul palco lei e sua moglie, Daniela Cristofori. Quali personaggi interpretate?
Due anziani, sposati da molto tempo, che stanno andando ad una cerimonia funebre. Il marito non ne ha alcuna voglia, perché il tema della morte lo terrorizza. Fosse per lui lo rimuoverebbe, non ne parlerebbe mai. Invece la moglie ne parla tranquillamente. Quindi lo spettacolo è giocato sul contrasto – uno non ne vuol parlare, l’altra sì – da cui emergono le classiche modalità tra coniugi. Dopodiché, pian piano, si sveleranno alcuni aspetti.

I temi della morte e della vecchiaia

Lei ha detto che la morte è un tema che si può trattare con l’ironia. Ci sono alcune accortezze da adottare?
No, nessuna accortezza particolare. E’ impossibile svelare la ricetta su come riuscire a far ridere a questo proposito.
Bisogna solo affidarsi al linguaggio della comicità, che permette di parlare di qualsiasi argomento.
Com’è nata l’idea di questo spettacolo?
Era una di quelle tematiche “nell’aria” da tempo, dopodiché sono scattate certe idee che hanno reso possibile la realizzazione pratica. Da lì in poi si è costruito lo spettacolo.
Finora qual è stata la risposta del pubblico?
Molto buona. Ovunque andiamo lo spettacolo è sempre da tutto esaurito. Ieri sera (mercoledì scorso, ndr) eravamo a La Spezia e tutti i 900 posti del teatro erano occupati. L’accoglienza è sempre stata ottima.
Speriamo che anche gli Astigiani apprezzino.
Lei teme la morte come il personaggio che interpreta?
Sì, perché comprende il mistero di cosa succede dopo e il dispiacere di perdere la vita.
La sua esperienza da infermiere per undici anni l’ha indotta a riflettere sul tema della sofferenza e della morte?
Penso che lavorare in ospedale e avere consuetudine con questi aspetti della vita consenta di acquisire sensibilità verso la nostra condizione di esseri umani.
Lo spettacolo affronta anche il tema della vecchiaia. Come vede il rapporto tra la società e gli anziani?
E’ un argomento complicato. D’impatto mi verrebbe da dire che una volta gli anziani erano più ascoltati, la loro saggezza era proverbiale e c’era più rispetto nei loro confronti. Ora la cosa sta venendo meno.
In più, per come si viveva ed erano concepite le case, gli anziani rimanevano in famiglia. Adesso il ritmo della vita moderna e del lavoro costringe a separarli dagli altri familiari.

L’impegno a teatro e al cinema

Questo spettacolo ha debuttato al teatro Oscar di Milano, in cui lei ha investito e di cui è direttore artistico. E’ soddisfatto del lavoro svolto finora in quella sede?
Il teatro va molto bene, ma la risposta del pubblico finora è stata altalenante, perché si viene da un periodo in cui il pubblico ha prima sofferto perché non poteva andare a teatro, e poi ha dimostrato di avere un po’ perso l’abitudine ad uscire. Noi continuiamo con la nostra proposta, ma penso che ci vorrà ancora un po’ di tempo per assestare il tutto. Speriamo in bene.
Detto questo, il teatro va comunque meglio rispetto alle sale cinematografiche, che stanno soffrendo molto di più, a parte il periodo natalizio in cui hanno registrato dati di affluenza positivi.

Il trio con Aldo e Giovanni

A proposito di cinema. Lo scorso dicembre è uscito il film “Il grande giorno” che la vede protagonista insieme ad Aldo Baglio e Giovanni Storti. Soddisfatto?
E’ andata molto bene. Fortunatamente a Natale resiste l’abitudine di andare al cinema.
Quale sarà secondo lei il futuro delle sale cinematografiche dopo l’esplosione delle piattaforme televisive nel periodo della pandemia?
Non vorrei essere un uccello del malaugurio, ma non bene. Ovviamente vorrei il contrario, ma la comodità di vedere un film a casa non è un fattore da sottovalutare.
Comunque non credo che il cinema in assoluto soffrirà, in quanto le difficoltà saranno circoscritte alle sale.
Tornando al trio, qual è secondo lei il motivo principale del vostro successo?
Difficile rispondere, formulare una teoria su questo punto.
A caldo, posso immaginare che il pubblico ci voglia bene e ci apprezzi perché c’è un aspetto di gioco in ciò che facciamo e perché si identifica nei personaggi, per quanto caricaturati.
Il giudizio finale, tuttavia, spetta al pubblico.
Come trio pensate di tornare a teatro?
Abbiamo appena terminato una nuova avventura al cinema, per cui per un anno non faremo nulla a teatro. Quando si realizza un progetto così importante, che richiede tempo, dopo bisogna lasciarne passare altrettanto, altrimenti non funziona.

I progetti futuri

I suoi progetti per i prossimi mesi?
Per tutto il 2023 andrò in tournée con “Funeral Home”. Poi vedremo. Ma sottolineo che “è tanta roba”.
Finora lei ha fatto teatro, cinema e televisione. Quale l’ambito in cui si sente più appagato, che sente più suo?
In questa fase della vita mi piace sicuramente di più il teatro, mentre in altri periodi ho apprezzato maggiormente la televisione o il cinema.
Cosa le piace del recitare sul palco?
Il rapporto diretto con il pubblico, sera per sera, e il fatto che si sente immediatamente se lo spettacolo funziona.
Bene, siamo giunti al termine. Un saluto agli Astigiani?
Certamente. Vi saluto, Astigiani! Spero che veniate numerosi a vedere lo spettacolo e, soprattutto, di riuscire a farvi divertire.

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