Si intitola “Fatti non avvenuti, persone mai esistite” l’ultimo libro dell’autore astigiano Gianfranco Monaca. Classe 1934, ha alle spalle un lungo lavoro come animatore culturale per la valorizzazione del patrimonio locale in qualità di direttore del Centro di documentazione didattica dei Musei civici del Comune di Asti. E’ anche autore di numerosi libri, sotto forma di saggi e di narrazione illustrata, sulla storia di Asti e del suo patrimonio culturale.
Pubblicato con lo pseudonimo di Adriano Boido, per la casa editrice fiorentina Dissensi (164 pagine, 15 euro), “Fatti non avvenuti, persone mai esistite” è stato scritto nel 1981 nella quasi contemporaneità dei fatti narrati.
La storia
La vicenda si svolge nella cornice del terremoto in Irpinia del 1980, inizialmente osservato a distanza da un impiegato astigiano (Adriano Boido, appunto), che è il personaggio narrante («inventato sulla falsariga della mia descrizione, abbastanza trasparente per chi mi conosce», commenta Gianfranco Monaca). Una scelta in linea con l’epoca, dato che in quegli anni l’autore contava solo una pubblicazione col suo nome – “Bestiario intimo” del 1973 – e non ne prevedeva altre. Gradualmente la vicenda si sviluppa in un giallo fantapolitico con uno stile teatrale, con ogni capitolo preceduto da un prologo.
La tesi del volume, portata avanti grazie al suo intreccio articolato, vuole essere: “Tutto è chiaro per chi sa e vuol vedere, non è necessario aspettare le inchieste, dopo che 30 anni han ricoperto di polvere le colpe degli ignavi, dei delinquenti e dei conniventi”.
«Il terremoto – spiega Gianfranco Monaca – mi è subito apparso come un’immagine biblica, che poteva essere decifrata in molti modi: il dolore, lo sfruttamento politico, il terrorismo, le infiltrazioni mafiose, la strumentalizzazione religiosa… Per esempio la vicenda della congiura – fallita grazie all’imprevedibile intervento del Presidente della Repubblica – per instaurare un “regime forte”, approfittando dello scontento dei poveri, è un classico per tutte le letterature».
L’idea
Ma come è nata l’idea del libro? «Nel 1980 – spiega Monaca – avevo scritto alcuni appunti come “instant-book” durante il terremoto che stava devastando l’Irpinia. Poi li avevo fatti battere a macchina, ma finirono dimenticati su uno scaffale. Ora mio figlio Giampiero, che allora aveva otto anni, li ha riscoperti e pubblicati, con un finale sorprendente anche per me».