Un grande attore per uno dei massimi drammaturghi del Novecento: sabato sera al Teatro Alfieri Glauco Mauri porta in scena Da Krapp a senza parole, uno spettacolo che comprende cinque atti unici
Un grande attore per uno dei massimi drammaturghi del Novecento: sabato sera al Teatro Alfieri Glauco Mauri porta in scena Da Krapp a senza parole, uno spettacolo che comprende cinque atti unici di Samuel Beckett, lo scrittore irlandese a cui fu assegnato il premio Nobel per la letteratura nel 1969. Con Mauri, che cura anche la regia, vi sarà linseparabile Roberto Sturno.
Con questa messa in scena Glauco Mauri ripercorre praticamente tutta la sua lunga vicenda teatrale. Mauri fu infatti il primo attore italiano a portare in scena, negli anni 60, i capolavori del grande drammaturgo irlandese. Ed è toccante che in Lultimo nastro di Krapp, nel quale un personaggio solitario dialoga con la propria voce registrata anni prima al magnetofono, lattore si trovi a confrontarsi proprio con la registrazione di quella lontana messa in scena, quindi col se stesso del 1961, quando la pièce venne presentata con la regia di Franco Enriquez.
Fra i cinque brevi testi che compongono lo spettacolo, i più conosciuti sono Atto senza parole, scritto nel 1957, e Lultimo nastro di Krapp, del 1958. Gli altri sono Prologo, Respiro e Improvviso dellOhio, che deve il suo titolo al fatto di essere stato scritto per lUniversità di Columbus (Ohio), e là rappresentato in occasione del settantacinquesimo compleanno di Beckett. Un uomo (il Lettore) legge un libro ad un altro uomo (lAscoltatore) per aiutarlo a sopportare il dolore di unassenza (una moglie morta o forse abbandonata). In Respiro abbiamo un cumulo di macerie e un tempo di pochi secondi. La vita che passa tra il primo vagito e lultimo respiro.
I testi di Beckett sono presentati nelle storiche traduzioni di Carlo Fruttero e Franco Lucentini. Le musiche sono di Germano Mazzocchetti, limpianto scenico di Francesco De Summa.
Aldo Gamba