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Gli ebrei che lasciarono il teatro alla cittàStoria di una comunità che fiorì e si estinse
Cultura e Spettacoli

Gli ebrei che lasciarono il teatro alla città
Storia di una comunità che fiorì e si estinse

Quella della comunità ebraica di Asti è una storia profondamente legata alle vicende locali, raccontata in modo vivido nel noto "I giorni del mondo" di Guido Artom. La stessa costruzione

Quella della comunità ebraica di Asti è una storia profondamente legata alle vicende locali, raccontata in modo vivido nel noto "I giorni del mondo" di Guido Artom. La stessa costruzione del Teatro Alfieri e l'attuale aspetto di Palazzo Ottolenghi sono un lascito delle famiglie israelite. Sul tema torna ora un saggio firmato da due astigiane, Maria Luisa Giribaldi e Rose Marie Sardi. La prima, docente di lettere classiche, ha pubblicato nel 1993 "Scuola e vita nella comunità ebraica di Asti. 1800?1930" (Rosenberg & Sellier) e "Asti. Guida alla sinagoga, al museo e al cimitero" (Marsilio, 1999); collabora con l'Israt e ha scritto numerosi saggi per "Il Platano". Rose Marie Sardi è un'insegnante di scuola elementare. Il loro "Bele sì (proprio qui). Ebrei ad Asti" verrà presentato martedì alle 17.30, all'Archivio di Stato di via Govone 9.

«Leggendo nel rotolo della Legge durante il suo bar mitzwah il ragazzino perde il segno; bele sì, gli suggerisce sottovoce il rabbino. Bele sì, proprio qui. Qui, in questa pagina. Qui, in questo luogo.» Da questa espressione prende titolo il libro, che ricostruisce la storia della comunità ebraica di Asti sulla base di un lavoro di ricerca durato anni e oggi condensato nel volume pubblicato dall'Editrice Morcelliana. Il libro, 256 pagine arricchite da illustrazioni a colori, si apre con la nota introduttiva di Franco Debenedetti, imprenditore e già senatore, che all'Archivio di Stato presenterà l'opera con Alberto Cavaglion, docente universitario e affermato studioso dell'ebraismo italiano, e Paolo De Benedetti, teologo e biblista.

«La pubblicazione narra di persone e di fatti -? spiega Franco Debenedetti nella prefazione -? descrive la vita della comunità israelitica che in Asti si insediò, ad Asti visse per secoli, crebbe, fiorì e poi si estinse. I suoi membri se ne allontanarono fisicamente, andando a vivere in città più grandi e, culturalmente, andando a far parte di più ampie comunità. C'è un periodo chiave in questa storia, tra l'ultimo decennio dell'800 e il primo del '900. Anche per la comunità di Asti nel suo insieme quello fu un periodo di eccezionale apertura e visibilità nel contesto cittadino: ma fu anche l'inizio della diaspora della comunità, e con essa dell'accelerazione del processo di assimilazione. Nulla lasciava presagire la ?grande carneficina'. La Shoah cambia tutto.» L'iniziativa è proposta in collaborazione con l'Israt e l'Archivio di Stato, l'ingresso è libero.

e.in.

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