Alla Confartigianato, per il nuovo ciclo letterario di Donne Impresa, si è tenuta la presentazione del divertente e interessante libro “Tre uomini fanno una tigre” di Nazarena Fazzari
«La Cina è il grande amore della mia vita». Così, la scrittrice e interprete Nazarena Fazzari ha risposto nelle prime pagine del suo libro a chi le chiede perché abbia deciso di dedicare la maggior parte del suo tempo, non solo lavorativo, a questo impenetrabile Paese. «La mia anima ha gli occhi a mandorla – ha aggiunto l’autrice, ospite della nuova serie di incontri letterari organizzati da Donne Impresa di Confartigianato Asti – Come chi ha figli, consorti o animali, non può non rivelarlo, perfino dagli oggetti riposti nel carrello della spesa; io ho la Cina». Incalzata dalle domande del libraio Davide Ruffinengo, Nazarena è stata ospite della Confartigianato di piazza Cattedrale, mercoledì sera, per parlare del suo libro “Tre uomini fanno una tigre”: viaggio nella cultura e nella lingua cinese (Instar Libri – 14 euro).
Un cammino che Nazarena ha intrapreso più volte, per lavoro e passione, toccando con mano le abitudini, le credenze, i limiti, le potenzialità di un popolo misterioso, e non solo a causa della lingua parlata, per noi apparentemente composta da suoni tutti uguali tra loro. Le differenze culturali tra Italia e Cina sono enormi, eppure, come raccontato nel libro, italiani e cinesi sono simili sotto molti aspetti, a cominciare dall’importanza ricoperta dalla famiglia e dalle tradizioni, o per quanto riguarda la credenza nelle superstizioni numeriche (da noi i numeri 13 e 17 sono considerati portatori di sfighe, in Cina è il 4 ad essere bandito perché ha un suono che ricorda il verbo “morire”). La Cina è anche quel Paese dove le regole imposte da un Governo insindacabile hanno vietato per anni di procreare più di un figlio per coppia (la legge è cambiata solo nel 2015, senza raggiungere gli obiettivi sperati) provocando effetti distruttivi sulle vite di quelle persone che, pur di avere un erede maschio, sono ricorsi all’aborto con tale facilità da creare uno scompenso numerico tra maschi e femmine pari a circa 20 milioni di donne in meno rispetto alle nascite attese.
Una legge, però, aggirata dai più ricchi che, potendosi pagare l’istruzione e la sanità, più una serie di multe salate, non si sono fatti problemi a procreare più e più volte. Come dire: Cina o non Cina, tutto il mondo è paese se si ha il portafogli pieno. Nazarena, ironica nel libro come dal vivo, ha raccontato la sua vita da interprete al seguito di un facoltoso cinese che, rispettoso del suo ruolo di “boss”, prima che di uomo, pretendeva assoluta fedeltà al limite del servilismo di fantozziana memoria.
«In Cina il capo comanda, gli altri ubbidiscono e spesso si creano situazioni imbarazzanti, come quando pretende che un suo sottoposto gli gratti la ricarica del cellulare» ha spiegato prima di passare ad argomenti più incredibili, come la scarsa fantasia dei cinesi e la loro indiscussa attitudine a prendere tutto alla lettera. «Se ti rivolgi ad un sarto cinese e gli chiedi di confezionarti un paio di pantaloni uguali a quelli che indossi, lui eseguirà alla lettera la tua richiesta, compresi eventuali difetti, come nel caso di un passante della cintura cucito storto perché già storto nel modello originale».
E ancora: cibo, sesso (guai a parlarne in pubblico o mostrare immagini di nudo, perfino artistico, considerate alla stregua della pornografia), religione (sembra che i cinesi abbiano un rapporto utilitaristico, ma ben poco convinto con la religione, tanto da avere bisogno delle istruzioni su come pregare) tutto viene raccontato con lucida ironia nelle 140 pagine del volume. “Tre uomini fanno una tigre” è in definitiva un piacevole compagno di viaggio per chi conosce la Cina, per chi vorrebbe scoprirla, ma soprattutto per chi, in materia, è rimasto fermo al Milione di Marco Polo o, nella migliore delle ipotesi, ai film di Bruce Lee.
Da allora la Cina è cambiata, ha subito rivoluzioni politiche e culturali, è diventata una super potenza, ma non ha mai perso quel fascino fatto di diffidenza, sospetto e curiosità che la rende l’unico Paese dove perfino gli abitanti hanno serie difficoltà a conoscere se stessi. Immaginatevi, quindi, le difficoltà di noi occidentali nel capire chi siano i cinesi, al di là di quelli che hanno inventato “l’Involtino primavera”. Allora ben vengano libri sul tema, autori come Nazarena e appuntamenti culturali come quelli promossi da Anna Oliva e da Donne Impresa di Asti, un piccolo faro nei sentieri della conoscenza (specie nelle fredde e nebbiose sere astigiane).
Riccardo Santagati