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Cultura e Spettacoli

I luoghi dell'ebraismo astigiano
diventeranno meta turistica

Nel basso Piemonte, in un ideale perimetro delimitato dalle città di Asti, Acqui Terme, Casale Monferrato e Cuneo, la presenza delle comunità ebraiche fu particolarmente incisiva, tanto da aver

Nel basso Piemonte, in un ideale perimetro delimitato dalle città di Asti, Acqui Terme, Casale Monferrato e Cuneo, la presenza delle comunità ebraiche fu particolarmente incisiva, tanto da aver lasciato, alle spalle, innumerevoli testimonianze nelle architetture, nei personaggi e nei documenti. Lo stesso non si può dire, per esempio, di Torino, come ricorda Maria De Benedetti, fondatrice del Cepros Asti onlus: «Nel capoluogo sabaudo gli ebrei rimasero un mondo a parte, al punto da poter essere considerati "torinesi ebrei". Per il Piemonte meridionale la situazione è molto diversa. Arrivati nella zona da Francia e Spagna, costruirono una costellazione di piccole comunità, tutte significative, integrandosi e diventando a tutti gli effetti "ebrei piemontesi"». Il museo della sinagoga di Asti conserva per esempio una delle unicità: l'Appam, un rito che risulta essere presente, oltre che nella città di Alfieri, anche a Fossano e Moncalvo.

La pergamena, scritta a mano, ne riporta le peculiari liturgia e musica; per via delle sue caratteristiche, gode di un'alta considerazione presso i centri di studio rabbinici in Usa. E sempre rimanendo ad Asti, dal punto di vista architettonico è ancora oggi riconoscibile il ghetto in via Aliberti, così come l'Istituto Clava fondato dall'omonima famiglia. «È possibile ricostruire i percorsi storici anche grazie alle vicende umane dei singoli astigiani di origine ebraica -? prosegue Maria De Benedetti ?- Tra loro Isacco Artom, nostro prozio, che fu segretario di Cavour e diplomatico a livello europeo, Salvatore Ottolenghi, fondatore della polizia scientifica, e Attilio Momigliano, docente illustre e tra i più importanti studiosi di Manzoni».

Il materiale, tra luoghi e documenti, è notevole; con un'opportuna valorizzazione potrebbe trasformarsi in ulteriori approfondimenti storiografici e, perché no, anche in percorsi di visita lungo le eredità lasciateci dai molti importanti personaggi. Su queste basi nasce un progetto che muoverà i primi passi nel 2015. «A monte c'è una bella intuizione di Maria De Benedetti e di Nicoletta Fasano dell'Israt -? commenta Maurizio Scardino, direttore di Cepros Asti onlus ?- Pensiamo sia possibile tracciare una mappa dei luoghi, in cui la storiografia è collegata anche ad altre discipline, dall'arte all'architettura. La fruizione sul territorio di questi studi potrebbe dare la possibilità di ricadute in ambito turistico». Uniti nel progetto con Cepros e Israt ci sono il polo Uni-Astiss, l'associazione Biblia e la casa editrice Sonda. Tra le iniziative in programma, anche borse di studio per gli studenti che volessero approfondire questo importante frammento di storia locale e non solo.

Fulvio Gatti

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