E stato un pomeriggio dedicato ai racconti familiari dei nonni Cerrato, che ai primi del Novecento hanno lasciato San Marzanotto (dove la vita era povera e con scarse possibilità) per raggiungere
E stato un pomeriggio dedicato ai racconti familiari dei nonni Cerrato, che ai primi del Novecento hanno lasciato San Marzanotto (dove la vita era povera e con scarse possibilità) per raggiungere lAmerica e iniziare unesistenza nuova e con grandi speranze, per poi scontrarsi con le difficoltà dellepoca storica.
Ci riferiamo allincontro che si è svolto sabato scorso a Portacomaro Stazione, quando il vescovo di Ivrea Edoardo Cerrato, lavvocato Aldo Mirate e lex assessore regionale alle Migrazioni Mariangela Cotto, cugini fra loro, hanno ricordato i nonni emigrati in America. Un racconto di emozioni, sensazioni e sentimenti di chi è partito e poi, con grande nostalgia delle proprie origini, è ritornato a casa.
Sì, perché la famiglia Cerrato, a differenza di tante altre famiglie piemontesi di quel periodo, dopo qualche anno è tornata nei luoghi di origine. Tuttavia il ritorno ha offerto una nuova possibilità a ognuno di loro: reiniziare unesistenza con nuovi traguardi e con un rinnovato entusiasmo. Lincontro è stato preceduto dai saluti di benvenuto del vescovo Francesco Ravinale e della consigliera provinciale Barbara Baino. Hanno invece guidato gli interventi Manuela Bocco Ghibaudi, presidente dellassociazione Asti Ali e Radici e Guido Sodano, presidente del Comitato Papa Francesco. Al termine dellincontro il sindaco Fabrizio Brignolo ha consegnato ai tre relatori il Sigillo della Città di Asti per i meriti acquisiti nel loro operato quotidiano a favore della città.
Per loccasione i partecipanti hanno visitato il Museo sulla Migrazione Astigiana G.A. Bergoglio. Lincontro è terminato con il rinfresco offerto dalla la Pro loco.