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Cultura e Spettacoli

I presepi delle 9 colline di Ferrere
in mostra con inventiva e spiritualità

Il tour dei presepi ha preso vita sulle colline di Ferrere d’Asti tra le chiesette che hanno ospitato scenari e temi diversi. Nove ispirazioni, nove gruppi al lavoro per dare un senso sempre nuovo

Il tour dei presepi ha preso vita sulle colline di Ferrere d’Asti tra le chiesette che hanno ospitato scenari e temi diversi. Nove ispirazioni, nove gruppi al lavoro per dare un senso sempre nuovo alla nascita di Gesù, pensato nei minimi particolari e ricco di spiritualità. Ferrere, seppur divisa in tante frazioni tra di loro distanti di chilometri, è diventata un unico grande presepe: il tour si snoda dalla collina di Sant’Antonio a San Rocco, da San Secondo a Guarene, Gherba, San Giuseppe e San Defendente fino a San Grato e all’antico pilone della Valle (in omaggio al terremoto che ha colpito l'Italia nel 2012, addobbato con luci e musica suggestiva) finendo alla confraternita dei Battuti punto di ritrovo. “Il tour dei nove presepi -spiega il parroco Don Antonio Cherio– disposti sulle colline è un’ottima occasione per far sì che la gente del paese conosca meglio il territorio dove vive così che le famiglie possano (con animo turistico) spingersi a visitare i presepi, da una chiesa all’altra, su e giù per le valli”. Nella giornata dell’epifania tutte le chiese sono rimaste aperte per dare mostra della loro composizione, ad opera dei rettori di ogni collina, aiutati dalla gente che instancabilmente, si è messa al lavoro dando un contributo personale: chi con inventiva, chi con manualità, chi con oggetti e idee. Dal percorso di sabbia di San Rocchetto, al presepe di San Defendente, fatto con materiali riciclati e tappi di sughero che decorati a mano sono diventati tanti e colorati personaggi diversi, con capelli in lana e coroncine di plastica, alle minuscole miniature degli antichi mestieri degli ambulanti, realizzate a mano (con pasta di fimo) da Luigina Molino della collina di San Giuseppe. Dettagliato il lavoro svolto alla collina San Secondo, all’insegna dell’Oriente, dove ogni oggetto è avvolto da un forte simbolismo. A spiegarlo è il curatore, Giovanni Demarie: “Ci siamo ispirati al carmina della natività di Pascoli, abbiamo studiato ogni piccolo dettaglio, la tradizione ebraica dell’epoca, l’acqua come sorgente di vita, le colombe (vive) simbolo di pace, l’annuncio dell’angelo, la carovana dei re magi, il cibo tipico di allora (datteri e fichi secchi). Dovrebbe essere Natale sempre, 365 giorni l’anno, non solo il 25 Dicembre”.  Con 22 movimenti meccanizzati, realizzati a mano (si tratta di saldature e incollaggi), prende forma il presepe della chiesa della Cappella della Neve di Gherba, realizzato da Giorgio Gonella e Alessandro Longo aiutati da Luca e Massimo Viglione. Sul tema dell’Eden come l’anno scorso, quest’anno la composizione è arricchita da novità: la cantina con il torchio costruito con inventiva e creatività fino al personaggio dell’apicoltore e alla culla semovente del bambin Gesù. Le premiazioni dei presepi si terranno domenica 13 gennaio, alle 12, alla sede del comune di Ferrere.

Roberta Arias

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