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Cultura e Spettacoli

Il documentario sul pioniere del volo
ha la musica di Giorgio Conte

"Che coraggio il ragazzo seduto lassù, nell'aria gelata seduto lassù, mentre il vento sull'ali fuorioso picchiava". Così cantava Giorgio Conte nel 2011, ricordando nella sua

"Che coraggio il ragazzo seduto lassù, nell'aria gelata seduto lassù, mentre il vento sull'ali fuorioso picchiava". Così cantava Giorgio Conte nel 2011, ricordando nella sua "Géo" la pionieristica avventura di Géo Chávez, aviatore franco-peruviano che nel 1910 tentò il primo sorvolo delle Alpi. Un'impresa raccontata anche dal documentario "Più in alto delle nuvole", in programma mercoledì in Sala Pastrone (ore 21, ingresso libero). «E' una fiaba documentaria, in bilico tra mito e realtà storica, tra l'impresa gloriosa e la grande macchina impassibile della Storia, che ci ricorda che l'eredità dei pionieri e dei sognatori non si brucia nel breve spazio della loro vita», commenta il regista Fredo Valla. Coproduzione italo-francese, combina preziose immagini d'archivio e interviste a studiosi di storia dell'aviazione con sequenze animate realizzate da Francesco Vecchi e Alessia Cordini della GraffitiDoc di Torino. Sullo sfondo, le note del cantautore astigiano che nel suo album "C.Q.F.P." aveva cantato l'impresa di Chávez; non il primo a trasformare in poesia una vicenda lontana più di un secolo, dato che già nel 1910 Giovanni Pascoli ne fu ispirato e scrisse "che in cielo, un dì, mirabilmente muto / passar fu visto, come Dio, seduto! / un uomo! l'uomo alato!". Era stato il Corriere della Sera a mettere in palio 70mila lire per chi fosse riuscito a sorvolare il Sempione: quota 2005 metri, una bazzecola per i piloti di oggi, un'enormità per gli aviatori che volavano su apparecchi inventati appena sette anni prima dai fratelli Wright. La sfida – e il suo epilogo – commossero l'opinione pubblica, contribuendo alla nascita di un'epica dell'aviazione.

La "Società disoccupata" di Rémi De Vos
Nel frattempo al Teatro Giraudi prosegue la stagione di Parole d'Artista, curata dal Teatro di Dioniso. Mercoledì in scena lo spettacolo "Piccola società disoccupata", di Rémi De Vos (ore 21, biglietti 12 e 7 euro). Diretto e interpretato da Beppe Rosso, sul palco anche Ture Magro e Barbara Mazzi, per una produzione ACTI ? Teatri Indipendenti. Si tratta del secondo spettacolo che Beppe Rosso dedica al mondo del lavoro attuale, il testo trae origine dai testi del francese Rémi De Vos (da cui era tratto il primo "Ti amo lavoro ? conseguenze"), tra i maggiori autori di teatro degli ultimi decenni, acclamato da pubblico e critica in patria, ma ancor pressoché sconosciuto in Italia.

Enrico Panirossi

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