I più premiati, a livello di Oscar, sono stati i vini piemontesi (8) di cui 2 astigiani: il Moscato d’Asti docg 2015 di Pierfranco Baldi di Costigliole e Asti docg Metodo classico cuvée 24 mesi della “F.lli Gancia” di Canelli. A seguire 4 vini della Liguria, 3 del Veneto, 3 della Sicilia, 2 della Val d’Aosta, 2 trentini e infine 1 della Lombardia e 1 della Campania
Sabato mattina il Teatro Alfieri ha aperto il sipario sul 44° Concorso enologico Douja d’Or.
Numerose le personalità presenti sul palco, dal presidente della Camera di Commercio Renato Goria al Prefetto Paolo Formicola, dal vicesindaco Davide Arri all’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero. L’edizione 2016 dell’Oscar della Douja è stata particolarmente severa nelle sue valutazioni, essendo stata alzata la soglia di punteggio minimo da 85 a 87 su 100, ma questa è stata una scelta voluta proprio per riconoscere l’eccellenza. Alla fine sono stati 354 i vini premiati, tra cui i 24 Oscar, che hanno ottenuto un punteggio superiore a 90.
I più premiati, a livello di Oscar, sono stati i vini piemontesi (8) di cui 2 astigiani: il Moscato d’Asti docg 2015 di Pierfranco Baldi di Costigliole e Asti docg Metodo classico cuvée 24 mesi della “F.lli Gancia” di Canelli. A seguire 4 vini della Liguria, 3 del Veneto, 3 della Sicilia, 2 della Val d’Aosta, 2 trentini e infine 1 della Lombardia e 1 della Campania.
A guardare, odorare e degustare i vini sono state otto commissioni formate da tecnici esperti, tutti iscritti Onav (l’Organizzazione nazionale assaggiatori vino, presieduta da Vito Intini), che per tre giorni consecutivi hanno valutato oltre 40 campioni al giorno, provenienti da tutta Italia, fino a giungere al nome dei vincitori. Una scelta non facile dato l’altissimo livello di quasi tutti i vini presentati.
«La Douja e il settembre astigiano – è emerso durante la cerimonia – sono la testimonianza di una splendida organizzazione, di coesione territoriale e costituzionale, un evento unico in Italia da valorizzare e da sviluppare».
Dopo i discorsi si è dato il via ai riconoscimenti e, tra gli applausi, sono saliti sul palco i premiati con i rispettivi sindaci.
Erano presenti produttori che partecipano al concorso fin dal suo inizio, 50 anni fa, dandosi il cambio da tre generazioni; quelli che nel tempo hanno fatto incetta di Oscar, vincendo la selezione top con il punteggio massimo; altri per cui vincere questa manifestazione è diventato soprattutto un momento di confronto con gli altri produttori e con il pubblico. I produttori provenivano da 16 regioni italiane e 43 province: il primato è andato a Francesco Rizzo delle cantine Vinisola che ha viaggiato 1.200 chilometri per ritirare il premio conquistato dai suoi “Arbaria – Passito di Pantelleria” e “Shalai – Moscato spumante millesimato”.
Una raccolta di eccellenze nel nome di questo concorso enologico che, secondo il presidente della Camera di Commercio Renato Goria, può diventare una risorsa per la città e per la promozione di tutto il vino italiano. «I protagonisti di oggi – ha affermato – sono i vincitori venuti qui da tutta Italia. Ma io vorrei che questa coesione territoriale continuasse nel futuro. Mi riprometto di visitare i singoli territori viti-vinicoli e di invitare i produttori a portare a casa con loro il messaggio della Douja, organizzando iniziative ad hoc sul loro territorio, per esempio con la partecipazione dei produttori dei vini premiati, cui potremmo prendere parte per far conoscere maggiormente i nostri eventi».
Elisa Ferrando e Monica Jarre