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Dovico Giada
Cultura e Spettacoli

“Il mio sogno nel cassetto? Recitare in una fiction televisiva in costume”

Intervista all’astigiana Giada Dovico che ha recentemente vinto, come attrice emergente, il premio internazionale Vincenzo Crocitti

E’ stata ricevuta martedì in Municipio per aver recentemente vinto, come attrice emergente, il Premio internazionale Vincenzo Crocitti a Roma.
Parliamo dell’astigiana Giada Dovico, 34 anni, che, dopo essersi diplomata nel 2011 all’Accademia dello Spettacolo St Art School di Milano, si è divisa tra la capitale e Asti, precisamente San Marzanotto dove abita la sua famiglia (il fratello Emil è rettore del borgo). Le abbiamo posto alcune domande sul percorso svolto finora e sui progetti futuri.
Quando è cominciata la passione per lo spettacolo?
«E’ nata quando avevo 18 anni, periodo in cui ho frequentato il mio primo corso di recitazione organizzato dall’associazione Arcoscenico, diretta da Sergio Danzi e Ileana Spalla. A partire da quell’esperienza si è rafforzata sempre più la decisione di frequentare l’accademia dello spettacolo per intraprendere la carriera di attrice».
Dove vive?
«Dal 2014 mi divido tra Roma e Asti, precisamente frazione San Marzanotto Piana, a cui sono molto legata, dove vive la mia famiglia».

Il percorso svolto

In questi anni ha lavorato in ambito teatrale o cinematografico?
«Mi sono dedicata ai vari ambiti. Per quanto riguarda il teatro ho preso parte ad una tournée di diversi spettacoli per le regie di Stefania Buzzetti, Sergio Danzi ed Eloisa e Lalla Francia, oltre a spettacoli per la regia di Pellegrino Delfino (“L’incaute Ebe”, “Il trombone di Gerico”), Marco Zanutto (“A volte capita”) e ancora di Sergio Danzi (“Le serve di Jean Genet”, grazie a cui, nel 2019, ho vinto il Premio Fita Torino Piemonte come miglior attrice).
Dal punto di vista cinematografico, invece, ha preso parte a due video musicali (come quello per Povia e Francesco Baccini, intitolato “Uniti”, per la regia di Beppe Varlotta), quindi ad un docufilm e una sit com per Sky tv. E, a livello di cinema, al film “Zoè” di Varlotta.
Inoltre non ho mai abbandonato la formazione, partecipando a stage e masterclass di recitazione. L’ultima nel 2019, a Cinecittà, con il regista Carlo Verdone e il casting director Teresa Razzauti. E’ stata un’esperienza esaltante, in cui Verdone in persona mi ha dato alcuni consigli molto utili».
Preferisce recitare a teatro oppure su un set?
«Come attrice mi piace essere poliedrica, ovvero in grado di adattarmi alle due tipologie diverse di recitazione che teatro e cinema/televisione richiedono. A teatro, dove recitare regala emozioni potenti e il pubblico è sovrano, sono fondamentali la mimica, la respirazione, il portamento. Sul set bisogna invece rapportarsi con il regista e il suo staff e assume più importanza un lavoro interiore per rendere al meglio il personaggio che si deve interpretare. Diciamo che punto a lavorare in entrambi i settori, ma ad essere sincera il mio sogno nel cassetto è recitare in una fiction televisiva in costume».

La pandemia e i progetti futuri

Come ha vissuto il 2020, anno drammatico per il teatro e il cinema a causa dell’emergenza sanitaria?
«Ho sempre cercato di essere propositiva nonostante le difficoltà che, per noi attori, sono state sia di tipo economico sia psicologico. L’attore vive di emozioni, e il fatto di non poter entrare in contatto con il pubblico ha provocato un impatto negativo significativo. Per questo nel periodo del lockdown, la scorsa primavera, ho partecipato a dirette Instagram con altri attori e sto continuando a collaborare con la radio web Punto Radio, intervenendo ogni quindici giorni nella trasmissione “La Domenica Giangiva”».
Ha progetti per il futuro, nonostante il perdurare della pandemia?
«Sì, nonostante le grandi difficoltà del periodo. Insieme ad alcuni progetti per la televisione di cui preferisco non parlare ancora per scaramanzia, a febbraio prenderò parte, a Milano, ad un cortometraggio a sfondo sociale nato dalla collaborazione tra il Centro sperimentale di cinematografia di Milano e l’Istituto coreano.
Sul fronte teatrale, invece, ho una data a giugno al Teatro Olimpico di Vicenza per la commedia “A volte capita”. E, pandemia permettendo, in primavera dovrei andare in scena con l’associazione teatrale Agar. Protagonista la commedia in due atti “Il fu Mattia Pasquale” per la regia di Delfino Pellegrino».

Elisa Ferrando

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